"Mamma tieni tu il casco che ho l'intervista", quando il motociclismo è sport

"Mamma tieni tu il casco che ho l'intervista", quando il motociclismo è sport
Carlo Baldi
I piloti sono la parte più bella e genuina del motociclismo e lo sono ancora di più quando hanno dai 12 ai 14 anni. Al CIV le conferenze stampa delle gare PreMoto3 sono sempre una festa | C. Baldi, Vallelunga
20 aprile 2014

Attorno al mondo delle competizioni motociclistiche gravitano molti interessi economici. Più il campionato è importante e maggiori sono le cifre e gli investimenti. Tutto sembra sempre ruotare attorno ad una sola parola: budget. Più il budget è grande e maggiori sono le possibilità di vittoria. Per fortuna questo non è sempre vero, ma indubbiamente senza un rilevante impegno economico, diventa difficile competere per le prime posizioni. E per questo a volte ci dimentichiamo che il motociclismo è uno sport. A ricordarcelo però sono quelle persone che nel loro lavoro mettono tanta passione e sacrificio e sono soprattutto i piloti, che farebbero di tutto pur di correre in moto e sentir scorrere nelle loro vene l’adrenalina che deriva dalla velocità e dalla competizione.

I piloti rappresentano l’aspetto più bello e genuino del mondo delle corse e sono quelli per i quali il motociclismo è prima di tutto sport, specialmente quando i piloti hanno tra i 12 ed i 14 anni, come quelli del CIV categoria PreMoto3. Nel CIV di quest’anno uno degli appuntamenti imperdibili è rappresentato dalla conferenza stampa dei vincitori delle gare della PreMoto3. Un appuntamento che difficilmente passa inosservato. Prima di tutto per la grande confusione che i sei piloti (i primi tre della 250 quattro tempi e i primi tre della 125 due tempi) fanno quando entrano in sala stampa, impugnando i loro caschi e le loro grandi coppe e scambiandosi ad alta (altissima) voce i commenti sulla gara appena conclusa. «Se c’era ancora un giro ti venivo a prendere». «Oh ma hai visto che mina ha piantato Kevin?» »Mamma tienilo tu il casco che devo fare l’intervista». Urlano perché devono sovrastare il rumore, le voci, gli applausi ed i commenti dei loro supporters che invadono la sala stampa, pronti a godersi le interviste dei loro beniamini. Spettacolo nello spettacolo. Ai giornalisti non resta che mettersi l’animo in pace ed immergersi nel clamore, per scambiare due parole con i protagonisti. Tanto è impossibile concentrarsi e scrivere qualcosa in mezzo a quel rumore.


E parlare con loro è bellissimo, perché nessuno si lamenta per la moto o per le gomme o critica un avversario. Gli avversari loro li chiamano per nome e sono tutti amici, con i quali battagliare solo in pista. Basta guardarli per capire che sono felici, non solo per essere saliti sul podio, ma soprattutto per aver corso in moto. E una volta tanto anche i genitori sono felici e fanno i complimenti agli avversari. Sarà che abbiamo ancora negli occhi l’immagine di altri genitori che, attaccati alla rete di un campo di calcio urlano al proprio figlio di “buttare giù” un avversario, ma questi genitori della PreMoto3 ci piacciono davvero tanto e riteniamo abbiano una parte importante nell’insegnare ai propri figli cosa sia lo sport.

A Vallelunga abbiamo scambiato due parole con i primi tre classificati della classe 125 due tempi e vi riportiamo l’audio delle loro interviste. Sono (in ordine di arrivo)Tony Arbolino, Celestino Vietti Ramos e Kevin Zannoni, ma rappresentano tutti i piloti della PreMoto3.