Aleix Espargarò: “Per Aprilia sono come Marquez e Valentino. E pensare che volevo smettere”

Aleix Espargarò: “Per Aprilia sono come Marquez e Valentino. E pensare che volevo smettere”
Il pilota spagnolo racconta di sentirsi un ragazzino adesso che le cose girano per il verso giusto insieme alla moto italiana e afferma di voler regalare prima possibile un podio a Massimo Rivola e gli altri del team, che lo aiutano ogni giorno come in una grande famiglia
13 maggio 2021

Adesso le cose girano per il verso giusto, ma il ricordo della sofferenza è qualcosa di ancora vivo in Aleix Espargarò. La sua carriera, infatti, si è un po’ arenata con l’approdo in MotoGP e, anche se lunghissima, non gli ha fatto vivere acuti particolari, tanto che non molto tempo fa il pilota spagnolo ha pensato addirittura di appendere il casco al chiodo. “Quando sono arrivato in Aprilia – ha raccontato - non mi sono mai sentito competitivo, c'è stato un momento in cui ho pensato seriamente al ritiro o al passaggio alla SBK. Non mi stavo divertendo e soffrivo troppo. Avevo 29 anni e ho pianto anche molto. Non mi stavo godendo la vita, per me la cosa più importante è godermi quello che fai nella vita, che è molto breve”. Anche perché Espargarò di gavetta ha dovuto farne davvero tanta, tornando anche in Moto2 dopo aver appena assaggiato la MotoGP.

Poi Aprilia, i giorni difficili in cui ha trovato grande forza nella sua fidanzata, che oggi è sua moglie e madre dei suoi figli, e, ora, la risalita con una moto che finalmente è competitiva: “Per Aprilia io sono come Marc Marquez o Valentino Rossi e questo me lo fanno sentire ogni giorno – ha aggiunto Aleix Espargarò -  Con l'arrivo di Rivola tutto il quadro è cambiato, l'Aprilia era organizzata in modo diverso e abbiamo iniziato a lavorare di più. Abbiamo iniziato a vedere la luce alla fine del tunnel. Quest'anno mi sto divertendo più che mai, ho la stessa illusione di quando ero un rookie. Per me è anche molto complicato perché è una situazione nuova. Negli ultimi sei anni non siamo mai stati così vicini. Nessuno in Aprilia mi spinge a salire sul podio, sono io. Ottenere un podio è quasi un obbligo per me. Per loro è bene finire così vicini e fare punti in ogni gara. È abbastanza per loro, non per me. Quella pressione che mi impongo può farmi fare un errore come quello di Portimao, potevo salire sul podio ma ho deciso di essere cauto e di continuare a migliorare poco a poco per non sbagliare. Aprilia mi dice sempre che è importante per loro arrivare più in alto possibile, ma non in una gara generale. Mi fanno stare calmo”