GP di Germania. Dammi un cinque!

GP di Germania. Dammi un cinque!
Giovanni Zamagni
Cinque episodi che rendono indimenticabile il GP di Germania: eccoli in ordine crescente | G. Zamagni, Sachsenring
11 luglio 2012

Punti chiave

 

CINQUE: IANNONE NE PASSA DUE

All’inizio del terzo giro, Andrea Iannone è quinto, ma alla prima staccata infila prepotentemente, ma con grande correttezza, Simon e Smith, con un sorpasso difficilissimo, perché al Sachsenring la pista è stretta e la traiettoria praticamente obbligata. Poi, all’undicesimo passaggio, Andrea cadrà, ma il suo talento è indiscutibile.


QUATTRO: DOVIZIOSO SU SPIES

E’ il nono giro quando, sempre alla prima curva, Andrea Dovizioso infila ancora una volta Ben Spies, in questo caso senza che il rivale, in sella a una Yamaha ufficiale, possa lamentare qualsiasi problema. Davvero un bel sorpasso: Andrea, come ripete spesso, ha ancora dei limiti, ma non è certo uno che ha paura a forzare una staccata.


TRE: STONER SU PEDROSA

Dani Pedrosa, come al solito, parte a razzo, ma al secondo giro viene superato da Casey Stoner in una curva in salita, con la moto completamente piegata e al doppio della velocità: insomma, una manovra alla Stoner. Da applausi.


DUE: PEDROSA SU STONER

Spesso accusato di essere troppo rinunciatario e incapace nella sfida ravvicinata, Dani Pedrosa si prendere una bella rivincita infilando in staccata – sempre alla prima curva – il fortissimo compagno di squadra. Non è una frenata come un’altra, perché Casey, quando si accorge dell’attacco, prova a resistere, ma Dani frena fortissimo, finisce leggermente lungo, ma recupera in tempo la corda prima che Stoner possa replicare. E’ questo il Pedrosa che vogliamo.


UNO: ULTIMO GIRO DELLA MOTOGP

L’ultimo giro della MotoGP ha regalato spettacolo e adrenalina non solo per la vittoria, ma anche per la lotta per il podio e per il quinto posto. Davanti, Pedrosa e Stoner hanno fatto vedere il limite massimo di guida in MotoGP (con miglior giro della gara) e anche se Casey ha sbagliato, il suo tentativo di provare comunque a vincere è da rimarcare ed esaltare. Così come la tenace resistenza di Dovizioso che, di fatto, ha impedito a Spies qualsiasi attacco, e la caparbietà di Rossi, che senza le bandiere gialle per la caduta di Stoner avrebbe anche provato ad attaccare Bradl. Insomma, 82 secondi da brividi.
 

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