GP d'Indianapolis. Dammi un cinque!

GP d'Indianapolis. Dammi un cinque!
Giovanni Zamagni
Come tre settimane fa un week-end dalle poche emozioni con l'aggravante che questa volta in pista c’erano anche la Moto3 e la Moto2, anche loro noiose, purtroppo | G. Zamagni, Indianapolis
21 agosto 2012

Punti chiave

INDIANAPOLIS – Come era già successo a Laguna Seca, anche a Indianapolis la rubrica “Dammi un 5” viene annullata per mancanza di spunti. Tristissimo e ancora peggio di tre settimane fa, perché questa volta in pista c’erano anche la Moto3 e la Moto2, anche loro noiose, purtroppo.

Certo, le occasioni interessanti non sono mancate, come l’ultimo giro della Moto3, con Salon, Vinales (caduto all’ultima curva) e Cortese a giocarsi la vittoria con sorpassi da paura.
Bellissimo anche il sorpasso alla prima curva del quarto giro di Ben Spies su Dani Pedrosa, con Ben che affianca all’esterno Dani e riesce a passarlo frenando tardissimo, oltretutto in un punto piuttosto insidioso.
Bello anche il sorpasso di Casey Stoner, sempre alla prima curva, su Stefan Bradl per la quinta posizione. Le emozioni, purtroppo, finiscono qui. Troppo poco.

Sotto l’aspetto sportivo, il GP di Indy verrà ricordato per la stoica impresa di Stoner, capace di correre nonostante il dolore, la distensione dei legamenti e le microfratture alla caviglia destra: la sua è stata davvero una gara commovente, da ricordare. Nonostante molti lettori di Moto.it mi considerino “anti-Stoner”, apprezzo moltissimo Casey sia come pilota – indubbiamente il più spettacolare – sia come uomo, per il suo

Crutchlow dopo la caduta
Crutchlow dopo la caduta

modo di essere diretto sempre e comunque: le sue imprese mancheranno, eccome, alla MotoGP.

Il GP di Indy verrà ricordato, in questo caso in negativo, anche per i pessimi soccorsi a Hector Barbera, caduto rovinosamente il venerdì mattina e le disastrose condizioni dell’asfalto, il peggiore dell’intero campionato, tanto da tradire campioni come Stoner, Spies e Hayden, tutti finiti a terra in qualifica, i primi due alla curva 13, nello stesso modo, Nicky pochi metri più in là. Condizioni al limite della praticabilità, anche se i piloti non giudicano Indy particolarmente pericoloso.

«I circuiti pericolosi sono quelli senza spazi di fuga, quelli nei quali quando cadi finisci contro un muro. E’ vero, l’asfalto è scivoloso, ma un pilota lo sa e può agire di conseguenza» è il pensiero di Dani Pedrosa,

E' incredibile come la MotoGP regali emozioni il giovedì, il venerdì e il sabato, ma quasi mai la domenica

condiviso dalla maggior parte dei protagonisti.

Tornando alla mancanza di spettacolo, è incredibile come la MotoGP regali emozioni il giovedì, il venerdì e il sabato, ma quasi mai la domenica, il giorno più importante. Urge fare qualcosa, la Dorna deve intervenire: è chiaro che le moto sono troppo sofisticate e troppo costose. La sofisticazione tecnologica fa sì che se non si è perfettamente a posto, il pilota ha poco margine per fare la differenza, mentre l’eccessivo costo (4 milioni di euro per il leasing di una Honda RC213V) svuota lo schieramento ed è normale che con poche moto in pista competitive, lo spettacolo ne risenta. Discorsi già fatti mille volte: possibile che non si riesca a intervenire?