MotoGP. Miller che offre il suo stivale per il brindisi

MotoGP. Miller che offre il suo stivale per il brindisi
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
E’ una tradizione australiana, forse addirittura romana antica, riempire lo stivale e poi bere. Ci sono numerosi precedenti, nella moto e in F1. I tifosi Ducati si augurano che la scenetta si ripeta spesso, giustamente, ma se Dall’Igna, sul podio…
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
20 maggio 2021

Jack Miller che sul podio di Le Mans beve il prosecco dallo stivale fa un po’ impressione, ancora di più se si ricorda che subito dopo ha passato il suo stivale a Fabio Quartararo, che ha bevuto a sua volta. Il gesto tanto igienico non sembra, tanto più in questi tempi di allarme sanitario. Ma opportunamente, sulla Gazzetta, Massimo Falcioni ricostruisce quella che è a tutti gli effetti una tradizione vera.

Si chiama “Shoey” da shoe, scarpa in inglese, ed è qualcosa che in Australia non è semplice moda ma tradizione culturale, anche se il gesto ha precedenti storici che vengono da lontano e risalirebbero addirittura all’Impero romano. Era una specie di rituale di iniziazione: bere dalla propria scarpa o da quella di un commilitone portava bene, sia prima sia dopo la battaglia. Nell’epoca napoleonica era un gesto abituale anche per i soldati francesi e nella prima guerra mondiale per i tedeschi.

Jack Miller lo aveva fatto già alla sua prima vittoria in MotoGP, Olanda 2016; ma Falcioni ci ricorda che anche Valentino bevve lo champagne dal suo stivale, e in due occasioni: San Marino 2016 ed Assen 2017, ultimo successo. E noi ricordiamo anche la variante, per Rossi: il brindisi con lo champagne versato nel cappello, a Misano 2016.
 

Ci sono numerosi precedenti australiani nella storia del motociclismo, ricostruisce Falcioni. Keith Campbell nel ‘57, dopo la prima vittoria in un GP con la Guzzi, chiese il permesso di brindare in quel modo all’ingegner Carcano, ottenendo un secco rifiuto. Ma alla fine della stagione, dopo tante vittorie, Campbell per celebrare il suo titolo non chiese il permesso: riempì il suo stivaletto di birra e bevve serenamente anche se un po’ in fretta.

Anche l’altro pilota australiano Tom Phillis, storico Honda, si fece notare in quel senso: battuto da Grassetti su Benelli a Cesenatico, fine anni Sessanta, riempì entrambi i suoi stivali di Dom Perignon e si presentò dopo la premiazione nel box Benelli. E tutti bevvero spensierati, passandosi gli stivali in mano in mano come i valdostani con la grolla.

Sembra invece che Kel Carruthers, a proposito di Benelli, per non rinunciare alla tradizione dello ‘shoey ’sia arrivato al punto da regalare a tutti i componenti dello staff, dopo la vittoria decisiva di Abbazia (titolo 250 del 1969), il famoso Bierstiefeln, bicchiere di vetro a forma di stivale. E poi via con la birra.

Ci sono esempi che arrivano anche dal mondo auto, da David Reynolds in Supercars fino a Daniel Ricciardo in Formula 1, e dunque non ci si sorprenda più quando Miller si sfilerà il suo stivale sul podio per riempirlo di prosecco. Anzi, i tifosi della Ducati si augurano che questa tradizione australiana prosegua ancora a lungo in MotoGP, magari lasciando un po’ di spazio anche a Bagnaia.

Un solo dubbio, in conclusione. Mettiamo il caso che a salire sul podio di fianco a Miller, per conto della Ducati, una volta o l’altra sia Dall’Igna. Un ingegnere compassato come Gigi, con la barbetta sempre in ordine, come reagirebbe di fronte allo stivale usato, e poco profumato, pieno di prosecco? Si schiferebbe come fece Giulio Cesare Carcano con Campbell? Oppure parteciperebbe attivamente alla festa? Non vediamo l’ora.