MotoGP, Razali: "Il contratto di Rossi è lungo quattro volte quello degli altri piloti"

MotoGP, Razali: "Il contratto di Rossi è lungo quattro volte quello degli altri piloti"
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il patron del team Petronas racconta le ultime fasi prima della firma. "Quando Valentino ha detto che voleva annunciarla a Barcellona, le cose si sono mosse"
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
30 settembre 2020

Se ne parla da gennaio, ovvero da quando Yamaha ha ufficializzato la composizione del team interno: la sorte di Valentino Rossi, stante la disponibilità di Yamaha ad offrire una moto ufficiale al nove volte iridato, l'unica possibilità era quella di un approdo al team Petronas. Una soluzione che però, almeno inizialmente, non sembrava così scontata.

La situazione si è pian piano linearizzata: la posizione di Razali si è chiarita, e al netto di ipotesi più o meno fantasiose è apparso chiaro come la prospettiva di inserire Valentino Rossi in squadra fosse allettante in sé ma si portasse dietro tutta una serie di complicazioni. Inizialmente si è parlato di una firma a giugno, poi a luglio; a un certo punto sembrava addirittura che le due parti avessero già concluso in segreto, finché lo stesso Razali non ha smentito l'ipotesi.

Si è parlato di un annuncio a Misano, finché poi a Barcellona finalmente la telenovela non ha avuto fine con la firma del contratto e reciproca soddisfazione. Come emerge dalle dichiarazioni di Razali, i motivi della lungaggine sono stati (sorpresa, sorpresa!) esattamente quelli dichiarati a inizio anno dal patron del team Petronas-SRT: la squadra voleva cambiare il meno possibile l'organico della struttura allestita l'anno scorso. Posizione più che ragionevole, vista l'efficienza dimostrata e gli investimenti compiuti. Valentino Rossi, al contrario - come del resto ha sempre fatto nei precedenti cambi di casacca - avrebbe voluto portarsi dietro tutta la squadra.

Alla fine si è giunti a un compromesso, con Rossi che ha mantenuto il capotecnico David Munoz, l'elettronico Matteo Flamigni e il coach Idalio Gavira, dovendo però rinunciare ai meccanici Alex Briggs e Brent Stephens, con lui dai tempi di Jeremy Burgess.

 

"Quando abbiamo finalmente visto la luce in fondo al tunnel, Yamaha ha preparato i contratti" ha spiegato Razali. "Valentino ha detto che avrebbe voluto annunciarlo a Barcellona e tutto ha finalmente accelerato. Per noi è stata la stessa cosa: dopo Misano-2 abbiamo lavorato duro e abbiamo finito il contratto: è lunghissimo, quattro volte più lungo e dettagliato di quelli degli altri piloti."

Anche la scelta di un solo anno di contratto, senza una reale opzione per il 2022, è meno misteriosa di quanto non ci si possa immaginare. "Tutti i contratti durano fino al 2021 per l'accordo che abbiamo fatto con Dorna, e la situazione, a oggi, non è cambiata. Franco (Morbidelli, NdR) ha un 1+1, con un'opzione a nostro favore, ma il contratto che abbiamo riguardo a Rossi non è con Valentino, ma con la Yamaha. La situazione era complicata, ma il motivo del ritardo non è stata questa. "

 

Infine, un'altra domanda che ha occupato molti fan di Rossi dopo l'annuncio: perché è solo un contratto di un anno a cui manca una vera opzione per il 2022? "Tutti i contratti durano fino al 2021", ha riferito Razali all'accordo con il promotore della Coppa del Mondo Dorna. «Non abbiamo ancora avuto ulteriori discussioni. Quindi non possiamo fargli un'offerta. Franco ha un "1 + 1" con noi, con una forte opzione per il secondo anno. Ma non abbiamo firmato un contratto con Valentino, abbiamo firmato con la Yamaha. È una situazione complicata, ma non era questo il motivo del ritardo ", ha detto.