MotoGP. Lorenzo, bravo o fortunato?

MotoGP. Lorenzo, bravo o fortunato?
Giovanni Zamagni
Il finale di stagione sta mettendo in ombra la bravura di Jorge, che non attacca più ma pensa solo a difendersi. Un campione come lui difficilmente potrà continuare ad accontentarsi: è questo il vero rischio | G. Zamagni
21 ottobre 2012

Punti chiave


La pioggia ha favorito o penalizzato Jorge Lorenzo?
E’ stato giusto fermare la gara con la bandiera rossa? Mentre sulla prima domanda non ci sono certezze, sulla seconda la risposta dei piloti è unanime: “Non c’erano le condizioni per andare avanti, corretto fermare la corsa”. Non si dica quindi che la direzione gara è stata “spinta” nella sua decisione dalla “pressione” di Lorenzo, che da un po’ segnalava con la mano come non ci fossero più le condizioni per continuare: il GP è stato interrotto con il buon senso, non con l’intenzione di favorire questo o quel pilota. Strano destino, comunque, quello di Lorenzo: sta facendo un mondiale strepitoso, con sei vittorie (come Pedrosa) e otto secondi posti, peggior risultato quando è arrivato al traguardo, eppure il suo campionato sembra meno esaltante di quello che dovrebbe essere.


«Lorenzo si sta accontentando: i titoli conquistati vincendo le gare hanno un altro sapore, ma sono più rischiosi» è l’opinione di Valentino Rossi, uno che i suoi mondiali li ha quasi tutti ottenuti (6 su 9) salendo contemporaneamente sul gradino più alto del podio. Non sta andando così per il campione della

Lorenzo si sta accontentando: i titoli conquistati vincendo le gare hanno un altro sapore, ma sono più rischiosi

Yamaha. «Non corro in difesa, semplicemente la Honda e Pedrosa in questo momento vanno più forte», è la tesi del campione della Yamaha, tutt’altro che soddisfatto dell’andamento delle ultime gare. Ecco, questo è l’unico vero rischio per Lorenzo nel suo cammino iridato: perdere per provare a vincere. Per uno come lui è difficilissimo correre anche le ultime due gare pensando solamente ad arrivare al traguardo e prendendo nuovamente paga da Pedrosa: inaccettabile per un campione che già nel 2010 aveva dovuto subire lo smacco – proprio in Malesia – di vedere Rossi salire sul gradino più alto del podio, mentre lui festeggiava il titolo accontentandosi di un “modesto” terzo posto.


Allora – un po’ come oggi – Lorenzo si era sentito dare del fortunato, perché durante la stagione Valentino si era fatto male prima alla spalla (facendo motocross) poi alla gamba destra (al Mugello) e non aveva quindi potuto difendersi, lasciando di fatto campo libero al compagno di squadra. Se adesso Lorenzo non riuscisse più a passare per primo sotto la bandiera a scacchi fino alla fine della stagione, sentirebbe dire che ha conquistato il titolo solo grazie all’abbattimento di Pedrosa a Misano da parte di Barbera, senza alcun riferimento a quanto capitato a lui ad Assen, quando venne travolto in partenza da Bautista. Tutte queste cose Lorenzo le sa e potrebbero portarlo a esagerare per far vedere che il suo campionato è più che meritato: ecco perché la voglia di vincere potrebbe trasformarsi nel più grande ostacolo tra lui e il secondo iride in MotoGP.