Nico Cereghini: “Chi si accontenta gode? Sì ciao…”

Nico Cereghini: “Chi si accontenta gode? Sì ciao…”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Il proverbio vale per noi gente comune. Ma un campione vero non conosce il verbo accontentarsi. Marquez cercava la vittoria, e del resto quando doveva iniziare ad accontentarsi? Appena ottenuto il quinto posto, il terzo che lo portava sul podio? E anche Rossi…
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
20 luglio 2020

Ciao a tutti! Chi si contenta gode. Il proverbio invita a godere di ciò che si ha, senza cercare di più e correre il rischio di perdere tutto. E come tutti i proverbi è certamente utile, ha in sé la saggezza che viene dall’esperienza popolare. Ma non vale per Marquez, non vale per Vale e per tutti gli altri piloti. Non vale per i campioni di tutti gli sport.

Quando ho visto Marc Marquez nella scia di Maverick Vinales e ben più rapido di lui al ventiduesimo giro, ho pensato: il secondo posto adesso è sicuro, vediamo cosa può fare con il primo. A quattro giri dalla fine c’erano quasi cinque secondi da recuperare, l’impresa era difficilissima e la matematica la sconsigliava: il 93 viaggiava al ritmo del 38 e sette, il francese tra il 38 alto e il 39 bassissimo, in sedici giri Marc era riuscito a recuperare solo la metà del gap iniziale, quattro secondi e mezzo… Però. Però adesso i sorpassi sono finiti, forse Marquez ne ha un po’ di più, forse (perché no? In fondo non ha ancora vinto una gara di MotoGP) Quartararo può anche commettere un piccolo errore… Insomma, per me l’esito era ancora in gran parte da giocare. Figurarsi per Marc Marquez. Lui cercava la vittoria, la molla che lo spingeva così forte era quella.

Quando poi alla curva 2 il campione del mondo è volato via in quel modo, sparato in alto dalla sua Honda e poi colpito sulla via di fuga, pure a me per un istante è venuto da pensare “se solo si fosse accontentato del secondo posto…”. Perché è vero, dopo un inseguimento così entusiasmante il podio sarebbe stato comunque da leggenda, questo GP di Spagna 2020 sarebbe stato citato tra le sue più belle imprese. Grandioso. E invece, vanificare tutto così… Ma subito dopo ho ricacciato il pensiero tra le sciocchezze.

Che significato può avere, per un pilota, accontentarsi? Quando, esattamente, dovrebbe iniziare ad accontentarsi? Domenica, per esempio, in quale preciso istante Marquez avrebbe potuto e dovuto calmarsi? Quando ha recuperato la quinta posizione? La quarta? Il podio, ecco: quello doveva bastargli? E allora perché non cominciare ben prima, magari già dopo aver vinto il primo titolo mondiale in MotoGP, oppure dopo il secondo, o anche il terzo… Questa dell’accontentarsi, se ci pensiamo bene, è una sciocchezza, per Marc come per tutti gli altri campioni di ogni classe. 

Anche per Valentino Rossi. Che ha una meravigliosa carriera alle spalle, che non ha più nulla da dimostrare e anzi se insiste nel non accontentarsi rischia –come ammonisce il proverbio- di perdere se non proprio tutto almeno un pezzo della sua immagine. Ma anche qui: esattamente, quando il Dottore avrebbe dovuto fermarsi? Abbiamo qualche lettore che ci fornisce date e riferimenti: dopo l’offesa del 2015 o anche prima, dopo la brutta figura con Ducati; o addirittura, perché no? dopo il nono titolo del 2009… Sciocchezze. Perché un grande campione, fino a che si sente di osare, semplicemente non si accontenta. E magari puoi anche criticarlo, ma non lo capisci e non ti ascolta.

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