Rossi: "Abbiamo fatto dei passi in avanti"

Rossi: "Abbiamo fatto dei passi in avanti"
Giovanni Zamagni
Per la prima volta in seconda fila con la Ducati: di questi tempi, il sesto posto di Valentino Rossi a 776 millesimi dal primo deve essere stimato come un risultato più che soddisfacente | G. Zamagni, Brno
13 agosto 2011

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 BRNO – Per la prima volta in seconda fila con la Ducati: di questi tempi, il sesto posto di Valentino Rossi a 776 millesimi dal primo deve essere stimato come un risultato più che soddisfacente. Se poi si considera che in gara, da sempre, Rossi va più forte che in prova, ecco che ci sono le possibilità per un GP più che dignitoso. Per contro, l’analisi dettagliata del cronologico dimostra che, come era già successo ieri, il miglior tempo di Rossi coincide con il suo tempo ideale – ovvero, in quel giro Valentino ha fatto il suo miglior crono in ciascuno dei quattro settori nei quali è divisa la pista –, mentre il suo passo è il più lento tra i primi sette piloti dello schieramento.
“Sono abbastanza contento, perché è andata piuttosto bene. Per carità, niente di trascendentale, ma abbiamo fatto dei passi in avanti sia con il bagnato (terzo nelle libere del mattino, nda) sia con l’asciutto.  Abbiamo modificato la parte anteriore della moto e la posizione di guida: ho più feeling con la gomma davanti, posso frenare forte ed entrare bene in curva. Insomma, mi piace di più guidare. Il sesto tempo è il miglior risultato con la Ducati in prova e, inoltre, sono a sette decimi dalla pole su una pista lunga (5.403 metri, nda): un risultato che fa ben sperare per la gara e per i prossimi GP. All’inizio la pista era molto scivolosa, poi è migliorata e noi abbiamo fatto un passo in avanti: sono vicino a Dovizioso, Simoncelli e Spies, l’obiettivo è stare con loro”.

A Barcellona avevi ottenuto un buon risultato, poi avete deciso di passare alla GP11.1: non è stato un errore?
“All’inizio della stagione abbiamo fatto delle gare abbastanza positive in Portogallo, Francia e Barcellona, dove sono arrivato più vicino ai primi. Poi è arrivato il terribile fine settimana di Silverstone: quel GP ha accelerato la voglia di accelerare il debutto della moto nuova, che ci ha fatto perdere un po’ di tempo e un paio di gare. Sotto questo aspetto è stato sbagliato non continuare con la GP11, per contro adesso abbiamo fissato alcuni problemi e abbiamo potuto lavorare anche in prospettiva 2012. Con la GP11.1 manca un po’ di grip sul posteriore, su questa pista non sono troppo veloce nei cambi di direzione, prendo sei decimi nei primi due settori e solo uno negli altri due, ma nel complesso adesso riesco a guidare meglio”.

In una intervista a un giornale spagnolo hai detto che, se avessi provato prima la Ducati, forse non avresti firmato il contratto.
“E’ inutile negare che speravo di fare meno fatica e di essere più competitivi e quando ho provato la moto a Valencia ho capito che non sarebbe stato facile. Per questo ho detto che ci avrei pensato di più; ma ho anche aggiunto che la sfida è talmente affascinante che alla fine avrei firmato lo stesso. Non dimentichiamo che venivo comunque da un 2010 abbastanza difficile, perché i miei avversari erano diventati più competitivi e io mi ero infortunato prima alla spalla e poi alla gamba. C’è comunque la fiducia di tornare a lottare per la vittoria”.

Ci rallegriamo per un distacco di “soli” sette decimi, ma in passato, una situazione simile l’avresti giudicata in termini molto negativi.

“Quando sei in una situazione un po’ difficile, devi risolvere i problemi uno alla volta: se in un GP prendi 30 secondi, non puoi pensare di poter trionfare in quello successivo. Per questo bisogna porsi degli obiettivi reali, ma è chiaro che non ci accontentiamo. Rispetto all’inizio, con la GP11.1 abbiamo risolto un po’ di problemi, ma ancora non basta: non può essere questa la moto del 2012”.

Qual è l’obiettivo per domani?
“Non sono competitivo per vincere, perché Pedrosa, Lorenzo e Stoner vanno troppo forte per noi. Ma se sistemiamo un paio di cose, ce la possiamo giocare con il secondo gruppo”.