Rossi: "Ci abbiamo messo troppo tempo per capire cosa fare"

Rossi: "Ci abbiamo messo troppo tempo per capire cosa fare"
Giovanni Zamagni
Il rapporto tra Rossi e Burgess non è più idilliaco come una volta e i malumori cominciano ad emergere. Dovizioso invece è concreto e costante, un buon periodo per il pilota Honda. Manca solo l'oro | G. Zamagni, Assen
25 giugno 2011

Punti chiave


Rossi


La Ducati ha sicuramente un buon potenziale, ma è difficilissimo da sfruttare.

“La GP11.1 – è la sua analisi – è una moto nuova e per questo ci abbiamo messo troppo tempo per capire cosa bisognava fare. Come spesso ci è capitato, solo per la gara siamo riusciti a trovare un buon assetto, anche perché la mia squadra non conosce bene la Ducati. Alla fine in gara mi sono anche divertito e ho fatto qualche sorpasso: questo è il bicchiere mezzo pieno. Siamo però troppo lontani dai primi e questo è il bicchiere mezzo vuoto. La GP11.1 ha risolto dei problemi della GP11 e il posteriore non si muove più come prima, ma noi speravamo che, quasi magicamente, si sistemasse anche davanti. Bisogna mettersi testa bassa e lavorare. Ieri, dopo le prove, avrei firmato per un quarto posto, e oggi quando vedevo che riuscivo ad andare forte quasi non ci credevo: certo, se avessimo avuto questo assetto in prova, sarei stato quinto o sesto e la gara sarebbe andata in tutt’altro modo. Sicuramente è più difficile lavorare sulla Ducati, bisogna fare più interventi ed è importante l’esperienza di chi conosce questa moto. Avere al mio fianco il mio team ha dei pro e dei contro: sicuramente, lavorando da tanti insieme, mi conoscono bene e hanno esperienza su di me, ma bisogna ascoltare di più le persone dentro al box che hanno esperienza con la Desmosedici. Quando uno è abituato a vincere sempre – o comunque spesso – quando soffre ha due soluzioni: o si impegna di più o di meno: spero sinceramente che la mia squadra scelga la prima opzione, come peraltro sto facendo io”.
Insomma, il rapporto tra Rossi e Burgess non è più idilliaco come una volta e già a Silverstone erano emersi malumori dopo il disastro delle prove: un’altra variabile da tenere in considerazione e da seguire con grande attenzione.


Dovizioso


Forse non è il pilota più entusiasmante del mondo, ma Andrea Dovizioso è sicuramente concreto e consistente. I numeri sono dalla sua parte: sempre a punti nelle sette gare disputate fino a oggi, tre podi, di cui due consecutivi, negli ultimi quattro GP, nei quali ha totalizzato meno punti solo di Casey Stoner. Così Dovizioso ha rafforzato il suo terzo posto in classifica ed è a sole 9 lunghezze da Lorenzo: giusto che Andrea sia soddisfatto.

“Un podio in queste condizioni è favoloso, anche considerando che venerdì mattina ero caduto facendomi male al piede sinistro e, soprattutto, perdendo praticamente tutto il turno. Stiamo lavorando bene, adesso dobbiamo recuperare un po’ di velocità, ma quando conta ci sono. Spies nei primi giri è andato velocissimo: per riuscirci devi essere preparato psicologicamente, fidarti delle gomme e avere un po’ di fortuna. Ha fatto una gara speciale: tanto di cappello. Noi stiamo lavorando benissimo, ma non siamo ancora incisivi al 100%: del resto, questo è il mio approccio e il mio carattere. In gara le condizioni erano difficilissime e da metà gara in poi ho dovuto anche fare i conti con un'anomala vibrazione al posteriore: ho rallentato, ma è aumentata e temevo di non finire la gara. Fortunatamente, però, sono arrivato al traguardo e non ho perso la posizione, perché Rossi era lontano”. Poi una considerazione su Marco Simoncelli. “E’ incredibile il passo in avanti fatto da Simoncelli e dalla sua squadra quest’anno. E’ velocissimo in tutte le condizioni, ma non basta, perché se guardi solo alla rapidità, Stoner avrebbe già conquistato dieci mondiali: non sempre è giusto sfruttare al massimo la moto”.