Rossi: "Questo, purtroppo, è il nostro potenziale"

Rossi: "Questo, purtroppo, è il nostro potenziale"
Giovanni Zamagni
"Meglio di così non si poteva fare, Ducati deve lavorare molto. Sono deluso per non aver risolto i problemi, ma non è una questione di piloti". Dovizioso: "Ho guidato male" | G. Zamagni, Motegi
14 ottobre 2012

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MOTEGI – Settimo a 26”072 (più di un secondo al giro) da Pedrosa: c’è da essere depressi. E, infatti, Valentino Rossi è depresso, soprattutto perché è convinto che meglio di così non si potesse fare.
"Abbiamo fatto il massimo durante tutto il fine settimana, sia in prova sia in gara, riuscendo anche a trovare un buon assetto: sinceramente non so se questa è una bella o una brutta notizia… Se fai settimo perché hai dei problemi, puoi sperare di fare meglio, ma la realtà è che questo è il nostro potenziale. Abbiamo fatto tutto il possibile, ma nei primi giri siamo troppo lenti: togliendo Pedrosa e Lorenzo, che vanno velocissimi, chi ha lottato per il terzo, quarto, quinto o sesto posto hanno girato entro l’1’47”2, contro il mio 1’47”7. Ho guidato al massimo per tutta la gara, alla fine ho anche provato a prendere Bradl e da metà gara in poi il distacco da Stoner è rimasto invariato. Ma non basta. L’aspetto positivo è che con il telaio e il forcelloni nuovi riesco ad avere un passo costante dall’inizio alla fine: è successo a Misano, ad Aragon e anche qui, tanto è vero che nel penultimo giro ho fatto 1’46”9, due decimi peggio del mio miglior giro. Ma gli altri vanno più veloce. In frenata e in entrata di curva non perdo tanto, ma in accelerazione fatichiamo: gli altri riescono a mettere a terra la

Gli altri riescono a mettere a terra la potenza e noi perdiamo 2-3 decimi in ogni uscita di curva, in particolare da quelle lente

potenza e noi perdiamo 2-3 decimi in ogni uscita di curva, in particolare da quelle lente. Io cerco di fare quello che posso, addirittura c’è ancora la possibilità teorica di finire quinto in campionato (adesso è sesto con 137 punti, 7 in meno di Bautista e 2 in più di Crutchlow, NDA), ma la verità è che gli altri sono più veloci di me. Mancano ancora tre gare, non bisogna mollare: magari in qualche GP, con condizioni particolari, si può fare meglio. Bisogna mantenere la concentrazione, altrimenti si fa anche peggio di così: oggi almeno ho visto Bradl fino alla fine, non è stato frustrante come in altre occasioni, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Honda e Yamaha sono quasi perfette, talmente perfette che non c’è più spettacolo, le gare sono diventate più noiose della F.1 di un tempo. In Ducati dovranno lavorare".


L’anno prossimo tornerai sulla Yamaha una delle moto che definisci perfette, proprio quando vogliono appiattire i valori…
“In realtà nel 2013 non cambierà nulla, ma è chiaro che bisogna fare qualcosa. Adesso il pilota è importante per la sua concentrazione, per la capacità di non sbagliare e di essere costante, ma con l’elettronica è stata tolta completamente la gestione del comando del gas al pilota: adesso è tutto in mano alla centralina”.


Valentino, mi colpisce una cosa: sembri più rammaricato adesso rispetto a qualche mese fa che la Ducati non riesca a essere competitiva.
“Mi sarebbe piaciuto molto vincere con la Ducati, sarebbe stato più bello e più positivo che tornare in Yamaha. Qualche tempo fa ero arrabbiato per la delusione di non avercela fatta a risolvere i problemi. Forse si è più pensato a cercare altri piloti che sapessero guidare questa moto, invece che a risolvere i problemi. Ma non è una questione di piloti. Io e chi lavora in pista abbiamo sempre dato il massimo e continuerò a farlo fino al termine della stagione, anche perché se non hai un minimo obiettivo diventa dura, non stai concentrato al 100% e può anche diventare pericoloso”.

DOVIZIOSO: “HO GUIDATO MALE”

“Rispetto alle preoccupazioni che avevo per i freni dopo le prove è andata bene… Solo nei primi 2-3 giri non hanno funzionato come avrebbero dovuto, forse perché non erano pronti, avendo fatto solo 2 giri stamattina piano. (Dovizioso ha montato materiale nuovo, ricevuto dall’esterno perché il suo team ne era sprovvisto, NDA). All’inizio non frenavano e per questo ho perso tempo e mi sono un po’ impaurito: se stacchi al limite e i freni non funzionano al massimo fai un fritto come ha fatto Spies al secondo giro. Mi sono tenuto un po’ di margine e ho perso un sacco di tempo. Poi hanno iniziato a funzionare bene, ho forzato, ma davanti andavano già molto forte, al mio limite. Mi sono irrigidito e ho guidato male: non sono contento di questo, anche se a Motegi è facile commettere certi errori, perché quando vai a forzare la frenata finisci solo con l’andare più piano e non più forte. Mi aspettavo di più da questo fine settimana, un po’ condizionato da questi problemi ai freni: per un insieme di fattori, non ho fatto una buona gara”.


Un condizionamento tecnico e psicologico?

“Io ero partito tranquillo, ma dopo la prima staccata ho capito che avrei dovuto tenermi del margine in frenata, perché se fai un dritto è ancora peggio. Così però ho perso contatto. Non sono contento della mia prestazione ma, fortunatamente, c’è la subito Malesia, dove possiamo fare molto bene”.


Lorenzo dice che adesso la differenza tra Honda e Yamaha è grande ed evidente a favore della RC213V: sei d’accordo?
“Io non ho mai provato la Honda 1000 e faccio quindi fatica a dare un giudizio. In pista non capisci mai la situazione al 100%, l’ho imparato sulla mia pelle: quando non hai provato un'altra moto, non puoi sapere come va. Ognuno fa le proprie considerazioni, ma sono limitate. Secondo me, per questa Honda, la Yamaha è inferiore qui in Giappone. Non di tanto, ma per le caratteristiche di Motegi è meglio la RC213V. Però in altre piste è l’opposto: dal di fuori, con la mia esperienza, le vedo abbastanza equilibrate”.
 

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