Barbier : “Le cadute di Istanbul non dipendono dalle gomme”

Barbier : “Le cadute di Istanbul non dipendono dalle gomme”
Carlo Baldi
Abbiamo intervistato Giorgio Barbier, Direttore Motorsport Moto Pirelli con il quale abbiamo affrontando l’argomento delle cadute che ieri a Istanbul hanno ridotto a 15 il numero di piloti della Superbike | C. Baldi, Istanbul
16 settembre 2013

Punti chiave


Dopo le numerose cadute di venerdì sulla pista di Istanbul, che hanno ridotto a quindici il numero di piloti, in molti hanno puntato l’indice contro la Pirelli. Ne abbiamo parlato con Giorgio Barbier, con il quale abbiamo affrontato anche l’argomento Stock Evo.
Ecco le sue risposte alle nostre domande.


Come si possono spiegare le numerose cadute di ieri qui a Istanbul ?
«Siamo arrivati su questo circuito con molte incognite. Le uniche notizie che avevamo derivavano dalla F1 e dalla GP ed erano piuttosto allarmanti, in quanto parlavano di problemi di un’usura importante e di blister (deterioramento anomalo). Ci eravamo preparati con soluzioni abbastanza conservative per una pista che, dai dati in nostro possesso riferiti alle gomme, poteva essere simile a quella di Phillip Island. Abbiamo quindi evitato di portare in Turchia gomme troppo morbide. La preoccupazione maggiore sarebbe potuta essere l’usura, ma già ieri mattina, dopo il primo turno di prove libere, abbiamo potuto verificare che la soluzione SC2 (mescola robusta e dura) non dava alcun problema. Le cadute di venerdì quindi non sono dipese dalle nostre gomme».


E allora quali difficoltà hanno incontrato i piloti ?
«Sfatato il problema usura, abbiamo riscontrato che la pista era molto sporca. Le gomme dopo un turno erano quasi bianche, in quanto il tracciato era pieno di polvere e non era gommato, tanto che l’organizzazione aveva deciso di pulire il tracciato per la giornata di sabato. Nel primo turno di qualifiche di venerdì pomeriggio abbiamo visto che i piloti si sono indirizzati verso gomme più morbide, segno che l’asfalto non è così abrasivo come si pensava che fosse. Ad Istanbul abbiamo portato una nuova SC0 di sviluppo denominata S1190, pensata anche per la pista australiana e dotata di una maggiore resistenza meccanico termica. Infine da non dimenticare che questa è una pista nuova per molti piloti e sulla quale le Superbike non avevano mai corso e che il primo turno è durato 90 minuti anziché i soliti 45».


Le Stock Evo incombono. Limiteranno lo sviluppo ed i progressi tecnologici delle gomme?
«Esistono diversi tipi di gare e di campionati dove un produttore di pneumatici può lavorare. Ci sono le competizioni estreme, come la Formula 1 o la MotoGP, che utilizzano pneumatici che hanno poco a che fare con quelli di serie. Ma ci sono anche campionati, come appunto la Superbike, che rappresentano il riferimento per lo sviluppo degli pneumatici stradali. Prendiamo ad esempio il CIV Superbike. Con il nuovo regolamento che prevede moto Stock, ma con gomme slick, le moto hanno migliorato le loro prestazioni soprattutto grazie agli pneumatici, che sono più performanti. Quindi un domani che anche qui in Superbike si utilizzeranno le Stock Evo, non ci saranno problemi, soprattutto perché il nuovo regolamento verrà poi adottato anche da molti campionati nazionali. Riteniamo che spostandoci sul 17 pollici e su moto meno sofisticate rispetto a quelle attuali, si possa comunque fare un buon lavoro. Noi stiamo sviluppando le nostre gomme su diversi tipi di campionati, dalla Superbike all’Endurance ai campionati nazionali. Quello che sviluppiamo in Superbike viene poi utilizzato a scalare anche negli altri campionati, i quali ci danno la conferma definitiva che il prodotto possa essere davvero robusto e forte, utilizzabile sulle moto di produzione che non richiedono solo alte prestazioni, ma anche una costanza di rendimento con diverse temperature ed un buon chilometraggio».