SBK: le pagelle di Phillip Island

SBK: le pagelle di Phillip Island
Carlo Baldi
A Phillip Island si è celebrato l’Aprilia day, ma siamo solo all’inizio e gli avversari, mentre si leccano le ferite, meditano vendetta. Ecco i nostri voti ai protagonisti di Phillip Island | C. Baldi
25 febbraio 2013

Punti chiave

Aprilia ha dominato il primo round del mondiale SBK in modo imbarazzante per tutte le altre case, alle quali è rimasto il ruolo di comparse. Se si esclude il terzo posto di Melandri in gara due, la casa di Noale ha monopolizzato il podio di Phillip Island e l’unica nota stonata è stato il problema elettronico che ha estromesso Giugliano da gara uno.

 

A rendere la vita più facile a Laverty e soci ci si sono messe molte cadute e problemi fisici che hanno ridotto il potenziale di quei piloti che avrebbero potuto essere protagonisti. Troppe cadute, sia in prova che in gara, dovute al nuovo asfalto, alla conformazione del circuito ed alle alte temperature. Un mix tremendo, che ha messo in difficoltà la Pirelli e molti piloti, che si sono ritrovati con la gomma posteriore a pezzi. Va anche detto però che chi nelle prove aveva lavorato molto sull’usura delle gomme sulla lunga distanza in gara è stato ripagato.

Certo le due prime due manche della stagione sono state condizionate dall’incidente avvenuto al tredicesimo giro di gara uno quando Checa (ha sbagliato la staccata o ha avuto un problema elettronico?) ha colpito Melandri in una caduta che per fortuna non ha avuto gravi conseguenze, ma che ha messo ko lo spagnolo. Onore all’Aprilia, ma chi poteva contrastarne il dominio ha sbagliato o non era ancora pronto.

L’incidente di Checa ci ha impedito di vedere come si sarebbe comportata la Panigale in gara. “Domani per la prima volta farò più di venti giri con questa moto”, aveva affermato Checa dopo la vittoria in Superpole. Invece la curiosità è rimasta, a lui come a noi. Battà, general manager del team Ducati Alstare, ha invece dichiarato che la Panigale difetta in velocità e che Carlos era costretto a fare i miracoli in curva ed in staccata per recuperare quello che perdeva in rettilineo. Un discorso già sentito negli altri anni scorsi, quando però Checa correva con la vecchia 1198. Possibile che la nuova Ducati abbia ereditato la caratteristica più penalizzante della 1198?

 

La caduta che ha messo fuori gioco Checa e Melandri in gara-1
La caduta che ha messo fuori gioco Checa e Melandri in gara-1

La S1000RR BMW è molto competitiva, ma la spalla di Melandri, alcune cadute e l’apprendistato di Davies l’hanno messa in inferiorità rispetto allo squadrone Aprilia, che oltre al team ufficiale può ora contare sul team Althea e sul team Red Devils. Per la squadra di Petricca si può parlare di “miracolo italiano”. Solo un anno fa questa squadra debuttava in Superbike con Canepa e la 1198. Dopo un anno abbastanza travagliato, ha deciso di cambiare tutto, tecnici, pilota e moto e a Phillip Island ha festeggiato il primo podio mondiale dopo aver dominato le prove. Cosa che possono succedere solo in Superbike.

Ci si aspettava di più dalla Kawasaki ma anche per la casa di Akashi dobbiamo parlare di problemi fisici (frattura del radio per Sykes) cadute (due, ed entrambe di Baz in prova ed in gara 2) e problemi di gomme, accentuati dal fatto che da sempre la Ninja ha il problema di un usura precoce delle coperture. Suzuki ha fatto vedere buone cose in prova, ma in gara Camier e Cluzel hanno fatto da comparse. Durante l’inverno alla GSX-R1000 è stata fatta un’iniezione di cavalli, ma stiamo parlando sempre di una moto datata rispetto alle altre Superbike.

 

E’ migliorata molto la Honda che ci ha ridato un Haslam sorridente e competitivo. La casa giapponese è intervenuta con l’esperienza HRC sull’elettronica della CBR1000RR ed i risultati si sono visti, anche se più in prova che non in gara.

Ma ecco i nostri giudizi sui protagonisti delle due prime manche della stagione

 

Eugene Laverty – Si è preparato meticolosamente (diremmo quasi “alla Biaggi”) alle due gare e non era difficile prevedere che sarebbe stato tra i protagonisti. L’ombra del Corsaro si è dissolta e Laverty è uscito alla luce del sole. Preciso, costante e determinato. In gara uno non è riuscito a resistere all’attacco del suo compagno di squadra, ma nella seconda manche lo ha ripagato con la stessa moneta. Voto 9,5

 

Sylvain Guintoli – Non è facile raccogliere l’eredità di Biaggi, ma in Australia il francese ha fatto vedere di che pasta è fatto e ha smentito chi pensava che riuscisse ad andare forte solo sul bagnato. Così come il suo compagno di squadra ha lavorato molto nelle prove e ed in gara ha raccolto i frutti. E’ arrivato in Aprilia al momento giusto per mettere a frutto le sue doti e la sua esperienza. Bravò. Voto 9,5

 

Marco Melandri – Come se non bastasse il dolore alla sua malandata spalla destra, in gara uno Marco è stato colpito da Checa e costretto al ritiro. Questo accresce il valore del suo terzo posto in gara due, unico in grado di colorare con un po di bianco il podio nero Aprilia. Resta uno dei favoriti per il titolo e la sua BMW troverà circuiti più favorevoli. Voto 8

 

La Panigale difetta in velocità e Carlos è costretto a fare i miracoli in curva ed in staccata per recuperare. Possibile che la nuova Ducati abbia ereditato la caratteristica più penalizzante della 1198?

Carlos Checa – Da libro Cuore. Sposa coraggiosamente il progetto Panigale e compie il miracolo di portarla al successo in Superpole nonostante sia stato vittima di una brutta caduta il giorno precedente. In gara supplisce con la sua classe ai difetti di gioventù della sua nuova moto, ma mentre sta confezionando un altro miracolo arriva lungo e cade ancora. Errore suo? Problemi di elettronica? Non può correre in gara due, ma per fortuna lo rivedremo ad Aragon. Campione. Voto 9

 

Michel Fabrizio – Michel dove sei stato negli ultimi due anni? Va bene l’Aprilia, va bene un team emergente e capace, ma chi si aspettava che potesse dominare in prova, conquistare la prima fila in Superpole e salire sul podio? Che Michel abbia un grande potenziale è risaputo, che sino ad ora lo abbia espresso a sprazzi è altrettanto vero, ma quello che abbiamo visto a Phillip Island, in pista e fuori, è un pilota maturo, ed estremamente concreto. Non si è mai fatto prendere dall’entusiasmo ed al team che festeggiava il suo terzo posto in Superpole ha detto "Scusate, ho fatto qualche errore, ma sono pronto per la gara”. Voto 8

 

Tom Sykes – Sulla pista australiana Tom e la Kawasaki non hanno brillato come ci si aspettava, complice la frattura al radio rimediata in prova dall’inglese e la nota caratteristica della ZX-10R di usurare molto le gomme. Il dinoccolato Sykes non è andato oltre il quarto posto in Superole dove di solito la fa da padrone, ma è stato onesto quando ha ammesso che questa pista non è piaciuta né a lui né alla sua moto. Raccoglie 22 punti e ci da appuntamento ad Aragon, dove inizierà il suo vero campionato. Rimandato ad aprile. Voto 6

 

Chaz Davies – Al debutto con la BMW, Chaz non si fa prendere dalla smania di bruciare le tappe. Solo dodicesimo in Superpole, fa una grande prima manche che chiude al quarto posto. In gara due al primo giro arriva troppo forte (tamponato?) nella curva in discesa, con la gomma ancora fredda e fa un bel casino. Per fortuna nessuno si fa male, ma per lui la gara è finita. Diamogli tempo e ce lo ritroveremo sempre nelle posizioni che contano. Voto 6,5

 

Davide Giugliano – In Australia la fortuna non lo ha certo aiutato. Ha perso la fase tre della Superpole per 16 millesimi dopo due sbandate nel curvone e in gara uno la sua Aprilia si è fermata proprio sul più bello, quando Davide stava rimontando il gruppo dei primi. Nella seconda gara voleva portare a casa dei punti ed ha amministrato più che attaccare. Giugliano riparte da Phillip Island con la rabbia di non essersi potuto esprimere come avrebbe voluto. Ma siamo solo alla prima gara. Voto 6

 

Leon Haslam – Il team Ten Kate e la Honda hanno fatto tornare il sorriso sul volto di Leon che è tornato ad essere il pilota che avevamo visto sulla Suzuki e nella prima parte della scorsa stagione. La Honda sembra più interessata alla Superbike ed ha inviato nel box della squadra olandese alcuni tecnici che hanno lavorato sull’elettronica della CBR1000RR. Ma il loro lavoro non è certamente concluso visto che in gara uno la moto di Haslam ha accusato qualche problema che non gli ha consentito di andare più in la di un comunque buono settimo posto. In gara due è stato coinvolto nella caduta del primo giro ed il decimo posto finale è il massimo che potesse ottenere. Voto 6,5

 

Jonathan Rea – Non è partito con il piede giusto. Non ha mai mostrato il suo talento ed i suoi due piazzamenti (ottavo in entrambe le gare) non si addicono ad un pilota come lui. Forse si deve adattare alla nuova elettronica o forse non era in forma. Sarà perché da lui ci aspetta sempre delle grandi prestazioni, ma in Australia quello che era “l’impaziente inglese” è apparso invece troppo paziente ed apatico. Non ci è piaciuto. Voto 5.

 

Il circuito di Phillip Island – Le grosse oche sorde che ogni tanto si fermano in mezzo alla pista, il nuovo asfalto che si mangia le gomme e il cordolo rotto che ha ritardato la gara della Supersport scompaiono davanti allo spettacolo offerto dal fantastico paesaggio che circonda la pista australiana e dai 60.000 appassionati che nel weekend hanno invaso il circuito. Sarà forse perché mentre l’Italia è sotto la neve qui c’erano 26 gradi, ma Phillip Island resta il più bel circuito del mondo. Voto 10