BMW richiede un brevetto per il controllo dell'inclinazione in curva

BMW richiede un brevetto per il controllo dell'inclinazione in curva
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
La Casa di Monaco richiede un brevetto per il controllo dell'inclinazione dalla moto in curva: si tratterebbe di una soluzione in grado di garantire maggiore sicurezza attraverso l'assistenza attiva nella gestione dell'angolo di piega
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
16 settembre 2021

BMW è da anni in prima fila per quanto riguarda le innovazioni tecnologiche legate alla sicurezza in campo moto: se pensiamo che 30 anni fa la Casa dell'elica ha introdotto l'ABS sulle moto e, da un anno circa, il controllo di velocità adattivo attraverso il radar, possiamo notare il salto quantico - 30 anni sono un lasso di tempo ampio, ma non epocale se visto nell'adeguata prospettiva - tra i primi ABS e la grande sicurezza dei moderni sistemi di assitenza alla guida che BMW e altre Case hanno introdotto recentemente.

La tecnologia applicata alla sicurezza in moto, nonostante le sperimentazioni continuino e le innovazioni nel cassetto abbiano prospettive molto più ampie di quanto noi si possa sospettare, viene però applicata a piccoli passi, una innovazione per volta a seguito di collaudi e affinamenti per rendere le soluzioni non soltanto sicure e valide ma anche affidabili nel loro funzionamento. Tutto questo per introdurvi alla notizia - riportata dai colleghi di Motorradonline generalmente molto ben informati su quanto accade in casa BMW - che le moto dell'elica potrebbero, in un futuro non troppo lontano, essere dotate di un sistema di assistenza all'inclinazione della motocicletta in curva che va al di là di quanto già non sia assicurato tramite il cornering ABS e il controllo di trazione dinamico in funzione della piega assunta dal veicolo.

 

Secondo quanto riportato dai nostri colleghi tedeschi, BMW avrebbe infatti richiesto il brevetto per un sistema che attraverso il controllo attivo del motore e dell'impianto frenante sia in grado non soltanto di rialzare la moto ma anche di accentuare l'angolo di piega se necessario, per esempio in caso di errore del pilota nel valutare la traiettoria della curva.

Per raggiungere questi obiettivi la quantità di informazioni di cui deve disporre la centralina della moto è molto grande. Innanzitutto la moto dovrebbe essere in grado di "vedere" la curva attraverso - immaginiamo - una telecamera (o, per esempio, disporre di un sistema di mappatura delle strade e di intelligenza artificiale come quello sviluppato un paio di anni fa da questo studio), in secondo luogo la centralina dovrebbe essere informata delle forze che agiscono sulla moto inclinata, e qui verrebbero in soccorso giroscopi e la stessa IMU ormai d'ordinanza quando è necessario implementare controlli elettronici evoluti. 

Guida autonoma? Non proprio: il sistema avrebbe l'obiettivo di porre rimedio ad un errore di guida e aumentare la sicurezza in curva ma se lo colleghiamo alla probabile futura interconnessione tra veicoli (V2X) non facciamo troppa fatica a immaginare che la moto potrebbe reagire, per esempio, ad un ostacolo improvviso dietro la curva e non ancora avvistabile dal pilota con una frenata o un'aumento dell'angolo dell'inclinazione a seconda della logica l'algoritmo di controllo.

Restando però al brevetto richiesto da BMW, uno dei nodi cruciali di queste soluzioni - ricordiamo che Honda ha già depositato numerosi brevetti per il controllo dello sterzo, per esempio - è quello che riguarda la partecipazione e il grado di attenzione del pilota durante l'intervento correttivo del sistema. In parole povere, la stabilità dell'insieme moto-pilota potrebbe essere turbata da un intervento inaspettato sui freni o sul motore (o, nel caso di Honda direttamente sullo sterzo tramite una catena) e rivelarsi inefficace, o peggio, ai fini della sicurezza. E, in ogni caso, per il motociclista medio affidarsi ad un sistema elettronico è generalmente fonte di resistenze, esattamente come quelle che vi furono all'inizio dell'era dell'ABS salvo poi, oggi, ritenerlo universalmente indispensabile per la sicurezza.

Di una cosa siamo però certi: non tutti i brevetti portano poi all'introduzione di quanto tutelato alla produzione di serie ma, se e quando questi dispositivi saranno presenti sulle nostre motociclette, avranno subìto un processo di sperimentazione e collaudo che li avrà certamente resi molto affidabili e più che sicuri.