Il food delivery ai tempi del Coronavirus: rider, i nuovi eroi di cui c'è bisogno

Il food delivery ai tempi del Coronavirus: rider, i nuovi eroi di cui c'è bisogno
Marco Berti Quattrini
Con tutti asserragliati in casa, i rider diventano per molti l'unico contatto con il mondo esterno, e l'unica fonte di cibo
13 febbraio 2020

"Essere appestati è molto faticoso; ma è ancora più faticoso non volerlo essere", scrive Albert Camus nel romanzo "La Peste".
A ben pensarci è colossale l'impegno e la costante attenzione che richiede il tentativo di non ammalarsi, di sfuggire al contagio. Tutte le azioni quotidiane, anche le più banali, diventano potenzialmente letali. Scendere in strada per fare la spesa, acquistare il latte o il pane, si carica di terrore. Basta una dimenticanza e l'attenzione di giorni va in fumo con conseguenze magari letali. E' quello che sta succedendo nelle zone della Cina dove il Coronavirus ha colpito con maggior violenza. Le immagini raccontano di città deserte, strade vuote e supermercati con poco cibo sugli scaffali, e ancor meno persone a fare la spesa. 

Sono sempre le immagini che ci raccontano anche una storia di improbabili eroi. Li vediamo nelle nostre città, un po' li aspettiamo con impazienza, un po' la pazienza la perdiamo quando li incrociamo nel traffico. Sono i corrieri, magici personaggi che trasformano i nostri acquisti virtuali in merce reale. 
 
In Cina oggi fanno ancora di più: sono diventati una delle fonti principali di approvvigionamento per tutti quelli che rimangono trincerati in casa per sfuggire al contagio. In scooter, ma più spesso ancora in bicicletta, i rider consegnano pasti, medicine, e qualunque genere di prodotto venga ordinato. Sono tra i pochi lavoratori che dopo il diffondersi del virus hanno aumentato le ore di lavoro. 

Di pari passo, i prezzi dei prodotti alimentari in Cina lo scorso mese sono aumentati del 20% su base annua.