Italiano MotoRally - Raid TT. Riotorto. Il lato infernale del paradiso

Italiano MotoRally - Raid TT. Riotorto. Il lato infernale del paradiso
Piero Batini
  • di Piero Batini
Record di partecipazione. 40° anniversario. Tre giorni difficilissimi. Torna l’inverno in alta Meremma. Sabato da incubo. Vincono Marini, Bimota, il Raid TT, Marini e Tonelli, GasGas, le due di Motorally. Successo esplosivo della GPX
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 aprile 2024

Riotorto, Livorno, 21 Aprile. Quest’anno più tardi rispetto alla prima dello scorso anno. Ma a Riotorto non è ancora Primavera. Anzi, fa freddo e sabato viene giù il mondo. Non importa non c’è tempo né spazio per le “distrazioni”. Parte la stagione del Motorally e del Raid TT, e questa sì, al contrario della Primavera, sta esplodendo. Dilagando, se vogliamo, in altre parole allargando a dismisura il consenso.

La corsa italiana con il road-book è un successo strepitoso, e lo spettacolo del 40° compleanno è emotivamente pirotecnico. Quarant’anni. C’era una nebulosa di grandi Rally italiani, ma niente di universalmente strutturato. Nel 1984 la prima stesura di un copione organizzato, coerente con un programma. Partenza come sempre in sordina, prospettiva entusiasmante sin dal primo appuntamento. Da quarant’anni l’artefice del successo di oggi è Antonio Assirelli, da oltre trenta coordinatore di una “divisione” federale che neanche esisteva, e una delle chiavi di quel successo è l’organizzazione di un gruppo di lavoro, quasi tutti appassionati specialisti.

Due gare concentriche a Riotorto, Maremma del Nord, Livorno e sconfinamento nel pisano. Le prime due giornate del Campionato Italiano Motorally, e la tre giorni globale della prima Prova dell’Italiano Raid TT. C’è atmosfera di tensione. Vari tipi di tensione. È un anniversario importante, e dunque bisogna che le cose funzionino alla perfezione per diventare celebrazione. C’è il primo, urlante fatto nuovo: 350 iscritti! È un balzo in avanti, come si provava a dire un’esplosione. Mai prima d’ora, mai così vistoso. Per la prima volta iscriversi al Motorally e Raid TT è come entrare a Medicina: numero chiuso! La specialità riunisce ormai la gamma completa delle preferenze, dal super Pro all’Amatore che si sperimenta, dalle affilate Moto da competizione mono e bicilindriche alle trendy “endurone” della nuova era di gradimento. Proprio su questo fronte si è visto l’avanzare di un esercito di nuovi appassionati, a sua volta distribuito su più fronti di categoria. Yamaha ha aperto una strada importante che ora rappresenta una via sicura, e dalla sua il Motorally ha avuto la lungimiranza di aprire una porta, anzi un portale, che ora si affaccia su un nuovo, eccitante mondo.

350 partenti su una gara di tre giorni è un affar serio. Al punto che il territorio diventa improvvisamente piccolo e sovrappopolato, e il tempo per far ruotare quotidianamente lo schema della gara mai bastante. Ci vogliono pazienza, tanta buona volontà e dedizione assoluta. Dalla parte del Gruppo di Lavoro il tema è stato affrontato molto a monte, e con il Moto Club Pomarance la sintonia è apparsa idilliaca e fondamentale per la riuscita dell’evento. Anche in condizioni meteo come quelle del sabato, a tratti oltre il limite. Non tutto alla perfezione, s’intende, e quando si sente parlare di “classifiche in via di stabilizzazione” ci si intende.

Il Motorally-Raid TT è stato ispiratore, pioniere e banco di prova di molte tecnologie sperimentali. Su tutte quelle legate alla navigazione, di cui l’entità italiana è autentica università-laboratorio, unica nel mondo dello Sport motoristico. Dalla perfezione dei road-book (Fantoni & Co.) alla gestione delle piattaforme. Cioè dalle scatole porta rotolo ai display elettronici. Oggi si è quasi allo stato dell’arte, e dalla scuola del Motorally italiano magari non escono fenomeni di piloti pronti a vincere una Dakar, ma di sicuro una generazione di imbattibili navigatori.

L’attualità del libro-di-rotta sono i road-book elettronici, i tablet e, soprattutto, i software. Altro problema di gestione. C’è chi ancora usa il rotolo, chi è passato allo strumento dedicato elettronico, che ha adattato tablet e software. Il road-book di oggi, elettronico, sparisce subito dopo la gara. Stop agli “abusivi” del giorno dopo. Sulla grande sponda della disciplina è approdata la grande novità, la classe GPX nella quale i concorrenti seguono la traccia di un GPS (tablet) invece delle tradizionali note di road-book. Più facile, intuitivo, anche divertente. Ha funzionato? L’anno scorso erano una dozzina, quest’anno sono oltre la cinquantina, con una chiara tendenza all’espansione.

Possiamo dire che oggi il Motorally è un pianeta con due satelliti illuminati dal sole dell’Off-Road (beh, magari a Riotorto la metafora ha funzionato poco). Quello prettamente agonistico e quello maggiormente estatico e rilassato. Anche in questo caso il dilagare delle grosse, ma agili bicilindriche di ultima generazione, ha giocato un ruolo determinante. La Moto è la stessa con la quale andare al lavoro, al mare e a correre. Yamaha, Aprilia, KTM, ora anche Ducati. Si badi bene che non è solo un giardino, bensì anche un vero e proprio campo di battaglia. Jacopo Cerutti, Aprilia, Alessandro Botturi, Yamaha, ora il leggendario Antoine Meo con la debuttante Ducati non sono qui per comparsare ma, sentite bene, per l’Assoluta. Così è e così è battaglie da non credere.

Monstre e Privatoni. Antoine Meo è lo strillo dell’ultimo minuto del Motorally e Raid TT 2024. La notizia che fa trattenere il fiato, che va ben oltre l’evidenza del fatto. Con il fenomenale ex Campione del Mondo di Enduro, c’è la conferma che Ducati apre il sipario anche su questo ramo di partecipazione del neonato reparto Ducati Off-Road Racing. Lo fa in maniera ancora embrionale, discreta (per quanto possa essere discreta una qualsiasi presenza delle Rosse), ma intanto dedica parte dell’impegno su altri due fronti, l’esplorazione di una specialità a cui è predestinata, Rally-Raid e Dakar, e accelera sull’evoluzione e lo sviluppo della super interessante Desert X.

L’anno scorso era stata l’irruzione delle Aprilia armate dai Guareschi, quest’anno è Ducati. Meo si confronta direttamente con gli assi delle bicilindriche, Cerutti, Botturi, il neo acquisto Yamaha Drusiani, e tutti insieme vanno a caccia dei vari mostri conclamati, Leonardo Tonelli, GasGas, Thomas Marini, Bimota, Alex Salvini e Tommaso Montanari, Fantic, Maurizio Gerini, Husqvarna. Dall’altra parte del cartellone i grandi della GPX, la categoria a crescita cinquecentopercento (grazie anche al gran lavoro di Daniele “Dansan” Santini, autentica testa di ponte dell’esplorazione di nuove categorie e tecnologie) e i battistrada dello Yamaha Ténéré Challenge. Altra musica, altri obiettivi, altissimi gradimento e divertimento.

In mezzo, idealmente, Gioele Meoni, per esempio. Il figlio di Fabrizio ha portato a termine la sua Dakar, ma quello era solo un obiettivo intermedio e personale di un più ampio progetto, lo step attorno al quale ruota una finalità concretamente più importante. Con Dakar4Dakar Gioele ha voluto prima di tutto chiudere il cerchio di un sogno di padre e figlio trasposto idealmente e realizzato con partecipazione al Rally che Fabrizio ha vinto due volte. Il programma continua, dopo l’estate esce il docufilm, e più oltre c’è la vera mèta, non solo geografica o storica: L'Africa.

Diciamo che Gioele continua a tenersi in allenamento mantenendosi attivo nel ruolo del Pilota. KTM Italia ha deciso di accompagnarlo nel viaggio e sostiene non solo il “Pilota” ma anche la realizzazione ultima del Progetto Dakar4Dakar. Gioele Meoni parteciperà così al Campionato Italiano Motorally Raid TT con una KTM 790 Adventure, con il supporto tecnico del Motorstore Rally Team di San Marino. Il fatto che sia stata lasciata a casa la 450 Rally reduce dal successo della Dakar sta a significa due cose, concordate tra Gioele e la filiale italiana di KTM. La prima è che la Moto della Dakar resterà integra e nella migliore forma per essere messa all’asta in favore delle scuole di Fabrizio in Senegal. La seconda è che la partecipazione all’Italiano con la bicilindrica di Mattighofen, nella affollata e vibrante classe G-1000, concede al progetto l’universalità dei favori di più ampio respiro della tipologia di Moto e di competizione, cioè l’inserimento in un contesto di grande tendenza d’attualità. Non ultimo fatto, la moderna bicilindrica KTM è quella che più si avvicina, ancora con una forte idealizzazione evocativa, alla leggendaria LC8 950 sviluppata, portata in gara e alla vittoria da Fabrizio Meoni. Bella cosa!

Riotorto. Una gara infernale, addolcita da una domenica… pentita. Il secondo giorno viene giù di tutto, si deve interrompere la gara, poi ripresa, portare qualcuno all’ospedale, annullare una Speciale, aspettare di riordinare la carovana al limite dello sbando. Una condizione inaspettata e al limite per gestione e… sopportazione. L’inferno in paradiso, insomma. “Frullato di fango, sassi e freddo!”, dirà il Campionissimo in carica, Leonardo Tonelli. Il numero percentuale dei ritiri sarà da paura, talvolta per sfinimento, per il blocco del fango ma, anche, per triturazione di scatole, per cui molti hanno preferito, già in corso d’opera, un bel panino al salame, un bicchiere di vino e la vicinanza della stufa. Condizioni limite, forse oltre.

Tre giorni memorabili. Tre tappe dell’Italiano Motorally, la trilogia del Raid TT. Provo a mettere in fila i big (semmai lamentatevi con i FICR). Il primo giorno del Motorally è di Thomas Marini, che batte Andrea Gava e Pietro De Giacomi. E Tonelli, il Campione? Indietro. Insieme a Gerini ha “tagliato” una nota. Penalizzati. Ma eccolo puntuale al secondo appuntamento. Tonelli si impone in entrambe le Speciali, Navigazione e Fettucciato (non si capisce bene cosa c’entra il fettucciato con il Motorally), e vince la giornata conclusiva davanti a Maurizio Gerini e Tommaso Montanari.

La tripla del Raid TT è ovviamente più complessa e, sempre tenendo conto dei fatti di cui sopra parzialmente alterata. Questo non toglie che Thomas Marini è ancora una volta il più bravo, e precede Tommaso Montanari, Salvini, Tonelli, Gava e, eccolo, Jacopo Cerutti (largamente primo nella G-1000). Entrare nella top 10 con la bicilindrica è un grosso affare, ma tra i big della categoria abbian già visto che la classe non è acqua (e nemmeno fango). Drusiani è 12°, Botturi15°. Meo è velocissimo e sarebbe anch’egli nei 10, ma sabato ha dimenticato lo strumento del Tracking e s’è beccato una bella ora di penalità. Pace, sarà per la prossima. GPX. Il primo giorno vince Taddei, il secondo e il terzo Pietribiasi, ma sono bravi anche Ghezzi, Pettinari, Polidoro e Fiore. Il quale Fiore vince la prima del Trofeo Yamaha Ténéré, le altre due giornate a Pivato e Ghezzi. Il nostro Andrea Perfetti era in corsa, e testimone chiave, dunque. Non dimenticate di andare a vedere la sua versione dei fatti!

© Immagini Motorally Raid TT, Aprilia Media, Bottu Com, KTM