Just1 vuole riportare la produzione in Italia

Just1 vuole riportare la produzione in Italia
Carlo Baldi
L’azienda di Tony Amoriello potrebbe tornare a produrre alcuni caschi di alta gamma in Toscana, dove in passato sono nate aziende come Bieffe, Premier e Vemar
24 febbraio 2021

Just1, solo uno. Quando Tony Amoriello ha fondato la sua azienda di caschi protettivi per motociclisti l’ha chiamata così, perché in quel momento produceva un solo modello, un integrale cross. Ex pilota fuoristrada ed ex coordinatore dei team dell’italiana TM, Amoriello è da sempre nel mondo dell’off road, sulle piste, a contatto con i piloti.

Da qui l’idea di produrre un casco integrale da cross che rispondesse a tutte le richieste dei piloti: leggerezza, comodità, visibilità, aerodinamica e la possibilità di lavare o sostituire in modo semplice le imbottiture interne.

Siamo nel 2014 e non è un momento economicamente favorevole. L’Italia non è più al vertice della produzione di caschi come lo era stata sino a qualche anno prima. La piccola azienda toscana rischia di venire stritolata dai colossi orientali che, forti della grande richiesta dei loro mercati interni e di un basso costo della manodopera, stanno acquisendo marchi ed aziende europee in difficoltà. Se non puoi sconfiggere il nemico alleati con lui. E così è stato per Just1, entrata a far parte del gruppo cinese H&H Sports Protection, che produce caschi protettivi per motociclisti a marchio Origine ed altri articoli dedicati al mondo dell’abbigliamento moto.

La produzione viene spostata in Cina, mentre lo studio e la progettazione dei nuovi caschi resta in Italia, in Toscana ed in pochi anni il gruppo cinese, assieme a Just1, supera il milione di caschi venduti.

Ma i tempi cambiano. Le produzioni cinesi iniziano ad incontrare difficoltà legate alla pandemia ed ai trasporti. Da qui l’idea di Amoriello di riportare in Italia una parte della produzione dei suoi caschi cross, per tenere sotto controllo la qualità ed i tempi di consegna. Si parla ovviamente dei top di gamma, dei caschi in tri-composito di alto prezzo. Per il momento si tratta solo di un progetto che deve essere definito nei dettagli, ma se il tutto dovesse andare in porto, la sede sarebbe certamente in Toscana, dove sotto le ceneri cova ancora un grande know how, che in passato ha fatto della regione uno dei centri mondiali del casco per motociclisti.

Storie di successo

Erano gli anni 80 quando da Capannori partivano i caschi Bieffe, destinati ai mercati di tutto il mondo. L’azienda che faceva capo a Daniele Bizzarri era leader a livello mondiale con una produzione che superava il milione di pezzi. Numeri incredibili se si pensa che il casco era obbligatorio solo da pochi anni e non in tutte le nazioni.

La Bieffe creò un grande indotto e molti tecnici, esperti di omologazioni e sicurezza, ma anche del trattamento e della produzione delle materie plastiche e della vetroresina, i materiali per lo stampaggio delle calotte esterne. Tra questi c’era anche Vincenzo Madeo, che decise di mettersi in proprio e di produrre caschi soprattutto in fibre composite. Nacque così la Premier di Lucca.

Restando sempre nell’ambito della vetroresina, a Grosseto in quegli anni un’azienda produceva contenitori per liquidi alimentari in fibra di vetro, ma volendo diversificare la propria produzione uno dei titolari Riccardo Simoni, iniziò a produrre caschi protettivi per motociclisti. Ovviamente in vetroresina, anche per non smentire la denominazione Vetroresina Maremmana. Nacque così la Vemar Helmets.

Sia Premier che Vemar esistono ancora, ma se l’azienda di Lucca è ancora saldamente in mano alla famiglia Madeo, con il figlio Luca che ha affiancato il padre Vincenzo, l’azienda maremmana ha invece cambiato proprietà (Simoni è purtroppo scomparso nel 2010) e pur mantenendo alcuni magazzini a Grosseto, ha ora sede in Svizzera. Così come era successo per la Bieffe, anche in Vemar sono nati tecnici di valore e figure di grande spessore professionale, che ora operano in alcune delle più importanti aziende di caschi al mondo, o che si sono messi in proprio, sfruttando la grande esperienza maturata negli anni.

E’ il caso di Luca Guazzerotti, che a Grosseto ha fondato la Tech-Path e progetta caschi protettivi per le aziende di tutto il mondo. Idee, analisi di mercato, design, modellazione 3D, progettazione stampi, ricerche di nuovi materiali, sino alle grafiche ed al packaging. Questi servizi hanno permesso alla Tech Path di lavorare per aziende famose come Piaggio, Honda, LS2, GiVi, Sparco, ma anche con i più grossi produttori  di caschi cinesi, indiani ed indonesiani.

Se Amoriello deciderà quindi di riportare in Toscana parte della produzione dei caschi Just1 troverà un terreno fertile, pronto a rifiorire per riportare l’Italia ai vertici del settore.