Kawasaki: fase finale dei test con l'intelligenza artificiale

Kawasaki: fase finale dei test con l'intelligenza artificiale
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
L'integrazione tra l'App Rideology e l'intelligenza artificiale permetterà alle moto la comunicazione a due vie con il pilota e il Visual Ride Playback
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
25 novembre 2020

Kawasaki annuncia di avere condotto i test su strada, per adesso limitatamente al Giappone, della sua tecnologia che usa l'Intelligenza Artificiale e l'App Rideology per incrementare l'interazione tra il motociclista e la sua Kawasaki e rendere le sue moto sempre più gratificanti e sicure nell'utilizzo: le verifiche interne di queste soluzioni sono alla fase finale. Del progetto della Casa di Akashi si era già parlato nel 2016, e chiaramente l'evoluzione non solo della tecnologia, ma anche delle infrastrutture e delle reti, ha consentito una sempre maggiore integrazione tra l'uomo e la macchina.

Il concetto e la filosofia che Kawasaki esprime tramite Rideology è il “kodawari”, o grande cura, che ha portato alle verifiche sul campo di due soluzioni che vedono il Cloud e uno smartphone come necessari per essere fruibili: la prima è l'Interazione Vocale pilota-macchina con la quale il pilota può chiedere e ricevere informazioni dalla motocicletta semplicemente parlando. La motocicletta cercherà le informazioni tramite la rete e risponderà verbalmente e direttamente al pilota.

La seconda possibilità offerta dall'IA è quella della Riproduzione Visuale della guida durante un giro o un viaggio: posto che l'App Rideology registra i dati di guida (distanze, velocità, inclinazione della moto, accelerazioni) e li geolocalizza, a moto ferma questi dati potranno essere espressi non solo come dati numerici, ma anche come vere e proprie animazioni da rivedere sul proprio smartphone.

Le frontiere della IA e del machine learning permetteranno in futuro di implementare soluzioni ancora più avanzate: ovviamente con la connessione al Cloud delle infrastrutture e non solo dei veicoli, le possibilità di interazione saranno amplissime. Ne abbiamo parlato (anche) durante i nostri talk sulla tecnologia al MotoFestival: da una parte si potrà agire per migliorare ancora la sicurezza, dall'altra si potrà ampliare i servizi offerti durante la guida della moto. Pensiamo ad una moto connessa che possa avvertire il pilota di un improvviso cambio del meteo o delle condizioni di guida, come Kawasaki sta già testando, o di informazioni sul più vicino ristorante proiettate sul plexiglass (c'è chi ha brevettato una soluzione simile, e non è una start-up), oppure alla possibilità della moto di avvertire che la velocità di avvicinamento ad una curva è troppo elevata e, magari, agire silenziosamente per evitare un incidente, oppure ancora qualcosa che adesso non riusciamo nemmeno ad immaginare, e che potrebbe forse essere indispensabile per garantire il massimo piacere di guida nelle motociclette delle prossime generazioni.

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