L’Harley-Davidson "made in China" che sembra una Benelli. Ma sarà così?

L’Harley-Davidson "made in China" che sembra una Benelli. Ma sarà così?
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Harley-Davidson vuole aumentare il suo fatturato all’estero. L’accordo con Qianjiang Motorcycle, proprietaria anche di Benelli, è in questo senso una mossa giusta: si attaccano i mercati in crescita, si evitano i dazi, si riducono i costi e si comprimono i tempi di produzione
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
4 luglio 2019

Per Harley-Davidson le sfide si chiamano ricambio generazionale dei propri clienti (soprattutto in casa, Harley sta soffrendo il calo delle vendite legato a questo aspetto), espansione nei mercati asiatici, elettrificazione, ampliamento della gamma verso l’alto e il basso: il tutto con la barra dritta su storicità, esclusività e posizionamento premium del marchio.

Il recente accordo firmato con Qianjiang Motorcycle Company Limited è un tassello di questa evoluzione nella strategia di sviluppo “More Roads To Harley-Davidson” lanciata un anno fa. Una road map da qui al 2027, che prevede anche l’incremento del 50% delle vendite al di fuori dagli USA.
Il CEO Matt Levatich sostiene che ci sono grandi opportunità per H-D nel lungo termine in Cina, e che fino al 2022 l’obiettivo realistico della marca è di una crescita del 6% all’anno.

 

L’intesa con Qianjiang prevede la costruzione di moto di piccola cilindrata, adatte al mercato cinese e successivamente esportabili in altri mercati dell’area asiatica. La prima di queste è una 338 cc che arriverà nelle concessionarie cinesi entro la fine del 2020, e nel comunicato che ha annunciato l’operazione è stato allegato un disegno (qui sotto) che dovrebbe dare l’idea del futuro modello, anche se la stessa H-D precisa – con la classica formula - che “si tratta di un prototipo le cui caratteristiche potrebbero variare rispetto al modello in vendita”.

Vedi il listino Harley-Davidson

Vedi il listino Benelli

Il disegno del prototipo 338
Il disegno del prototipo 338

Il disegno mostra infatti l’ossatura di una Benelli 302S con un abito stile Harley XR: troppo scontato per essere vero.

D’altra parte, Qianjiang Motorcycle, il cui nome per esteso della società attiva dal 1985 è "Zhejiang Qianjiang Motorcycle Group Co.", dal 2005 è proprietaria della pesarese Benelli e controlla altre otto società che comprendono i marchi delle "due ruote" Keeway, KRSR e Generic, noti anche in Europa.

Ma ciò che più conta è il fatto di essere uno dei principali costruttori motociclistici cinesi, capace di essere il secondo fabbricante per tre anni in Cina (con oltre 1,2 milioni di veicoli prodotti), occupando 14.000 dipendenti. In Cina vende prevalente ciclomotori e moto fino a 250 cc, oltre agli scooter ovviamente, ma la sua produzione arriva alla cilindrata 1.130, e l’esportazione raggiunge 130 Paesi.

La Benelli 302S utilizzata come base nel disegno H-D in alto
La Benelli 302S utilizzata come base nel disegno H-D in alto

Qianjiang offre insomma le necessarie garanzie come partner industriale, è fra le poche industrie cinesi specializzate nelle grosse cilindrate, e come società ha alle spalle la solidità della proprietà Geely Automobile - ovvero di un colosso cinese dell’automobile, oltre a essere il maggiore azionista di Volvo Group (8,2%) e Daimler AG (6,69%), di possedere il 51% di Lotus Cars e il 49,9% di Proton Holding.

Costruire moto in Cina permette ad Harley-Davidson di non pagare le alte tariffe doganali che colpiscono le merci importate - è il motivo che ha scatenato la politica dei dazi di Trump verso i prodotti cinesi - di ridurre i costi di produzione, e infine di esportare più semplicemente in quell’area.

Harley-Davidson già costruisce nel suo stabilimento indiano di Bawal i modelli Street 500 e Street 750, che vende in tutto il mondo (da noi arriva solo la versione 750), oltre che in America per il mercato domestico.
Queste moto hanno motore V2 raffreddato a liquido.

La Street 500 Made in India (e Made in Usa) esportata in tutto il mondo
La Street 500 Made in India (e Made in Usa) esportata in tutto il mondo

La cilindrata annunciata di 338 cc (che fa un po' il verso alla “883”), il disegno diffuso da H-D e la scadenza 2020, hanno spinto ad alcune semplici conclusioni.

Ovvero, che per ottimizzare i costi e accorciare i tempi, la meccanica scelta utilizzerebbe piattaforme motore già esistenti. Guarda caso la cilindrata 338 cc si ottiene con i cilindri del motore Benelli “502 (alesaggio 69 mm) e l’imbiellaggio del Benelli “302 (corsa di 45,2 mm): siamo a 338,03 cc per la precisione.

Potrebbe essere così, anche se ciò vorrebbe dire avere un motore a corsa corta poco elastico, ma nell’annunciare l’accordo con QJMotor, Harley-Davidson ha parlato di un modello premium che “incarnerà l’estetica, il sound e il feeling” delle moto Harley-Davidson. Per cui c’è da aspettarsi qualcosa di più originale che non una Benelli con diverso abito e marchio.

Quando l’anno scorso Harley dichiarò che voleva spostare la produzione in Europa per evitare il problema dei dazi, e costruire un impianto in Thailandia, il presidente USA Donald Trump minacciò la società dicendo che avrebbe aumentato le tariffe che la riguardavano e che Harley sarebbe stata boicottata se avesse costruito all’estero.
Questa volta la notizia dell’accordo cinese non ha sollevato polemiche.

Vedi il dossier Harley-Davidson e Trump