Moto dei Miti: la storia siamo noi

  • di Alfonso Rago
Genesio Bevilacqua apre uno spazio che è una dichiarazione d’amore per il mondo delle competizioni a motore su due ruote
  • di Alfonso Rago
21 novembre 2017

Team manager dell’Althea Racing, protagonista da un decennio abbondante del Mondiale SBK e di altre categorie, vincitore dell’alloro nel 2011 con Carlos Checa su Ducati, scopritore di talenti e veterano sulle piste di tutto il mondo.
Tutte definizioni che, pur lusinghiere, non sono sufficienti a riassumere tutto il valore che un personaggio come Genesio Bevilacqua rappresenta per il motociclismo sportivo.

A poche persone è giusto abbinare, come per lui, il pur abusato concetto di passione: per Genesio la relazione con le "due ruote" è qualcosa di viscerale, intimo, totalizzante come raramente capita di trovare: seguendo l’istinto coniugato con la ragione, lui è riuscito a fare di una cittadina periferica come Civita Castellana, a metà strada tra Roma e Viterbo e a un tiro di schioppo da Vallelunga, l’epicentro più bello che possa esistere per chi coltiva l’interesse per le gare in moto.

 

 

Incontri decisivi con personaggi importanti di questo mondo ne hanno segnato la crescita, in un percorso nel quale i momenti esaltanti, insieme a quelli negativi, rappresentano tutti pezzi preziosi di un puzzle di cui, forse, oggi si intravede il disegno definitivo.
Ce lo immaginiamo, Genesio, nelle lunghe notti invernali, quando non è ancora tempo di scendere in pista, chino sulle moto che con pazienza e tenacia ha via via messo da parte per realizzare la sua collezione: tutti modelli da gara, spesso vincenti, che ha strappato dall’oblio, convinto che un giorno, finalmente, sarebbe riuscito a metterli insieme per suscitare un convinto commento di stupore agli ospiti che avrebbero varcato la soglia e fossero entrati nel suo "antro delle meraviglie".

Se è riduttivo, come detto, definire Genesio Bevilacqua solo come team manager, allo stesso modo è fare un torto chiamare museo, solo museo, la sua creatura: con “Moto dei Miti“ siamo in una dimensione diversa, in un universo che presenta le due ruote anche di ieri proiettandole - magia delle nuove tecnologie - in una prospettiva sempre attuale e modernissima.
Per l’inaugurazione del suo spazio espositivo Genesio ha voluto accanto a sè i piloti che lo hanno accompagnato nella sua carriera di manager: primo tra tutti quel Carlos Checa col quale ha vissuto una stagione memorabile, il cui ricordo ancora provoca brividi di intensa emozione.
Come pure emozionante è stato il tributo all’amico Paolo Pileri, al quale è dedicato uno spazio speciale che ne ricorda la grandezza non solo sportiva, ma soprattutto umana.

 

Lo spazio all'interno di “Moto dei Miti“ dedicato allo scomparso Paolo Pileri
Lo spazio all'interno di “Moto dei Miti“ dedicato allo scomparso Paolo Pileri

 

Se Carlos Checa di questo evento è stato l’ospite più importante, al quale è spettato l’onore di “aprire“ ufficialmente le porte di “Moto di Miti“ in sella alla Ducati Althea Racing con cui conquistò il titolo mondiale, altri volti noti non sono mancati alla festa: Marco Lucchinelli, Virginio Ferrari e Roberto Gallina, per esempio, un trio delle meraviglie forgiato dai grandi successi con il team Suzuki, che ha regalato al pubblico un piccolo show, che tra battute e ricordi di puro vintage ha fatto rivivere la magia di un tempo in cui le gare in moto erano condite da un sano romanticismo, oggi purtroppo scomparso, insieme all’odore inconfondibile dell’olio di ricino miscelato alla benzina.

E poi spazio anche agli ex campioni europei Alberto Rota e Fabio Biliotti, e ad altri piloti meno conosciuti al grande pubblico, comunque capaci di far breccia nel cuore di Genesio e conquistare la stima dei tifosi: Giuliano Zera, Giancarlo Rossi, Duilio Damiani e Simone Bustreo di BMP Tappi.

«A Moto dei Miti - ha spiegato Genesio Bevilacqua - non vale solo il numero dei titoli vinti, ma conta soprattutto la passione più profonda e genuina per il motociclismo. Per me un mito è chi vive lo sport con amore sincero, come faccio io, a prescindere dai risultati».

Impossibile davvero stilare l'elenco dei modelli esposti: protagoniste assolute, le moto da corsa di un ampio periodo, dagli anni Settanta ai giorni nostri, con alcuni veri gioielli come le Ducati Desmosedici GP di Casey Stoner e Loris Capirossi, la Ducati 1098 iridata con Carlos Checa, la Cagiva C594 di John Kocinski, le Honda 125 e 250 2T di Loris Capirossi con il Team Pileri, la Suzuki RG Gamma 500 di Marco Lucchinelli, con degne illustre comprimarie, come l’esclusiva Honda RC30 e la NR750 a pistoni ovali, e l'ancor oggi avveniristica Bimota Tesi 2.0.

Il bello è che tutte queste moto sono perfettamente funzionanti, in grado quindi di far sentire la loro voce: anche per questo, se ne avrete la possibilità, cercate di fare visita a “Miti di Moto“ a Civita Castellana, ben collegata con l’Autosole e a circa un’ora di macchina da Roma.

In attesa di farlo, concedetevi una visita virtuale: il sito internet è anch’esso un piccolo gioiello che permette un tour via Internet della collezione, con foto dettagliatissime e informazioni tecniche su tutte le moto della collezione.

 

Interviste video di Carlo Baldi

 

 

Argomenti