Yamaha YZF-R7 TEST: non fermatevi al nome!

  • Voto di Moto.it 8 / 10
Francesco Paolillo
La YZF-R7 appartiene degnamente alla R-Series Yamaha, perfetta per accompagnare la crescita di motociclisti e piloti con poca esperienza, diverte anche i più smaliziati. Disponibile da Novembre a 8.999 €
6 ottobre 2021

Una sportiva facile ed economica che possa accontentare i gusti dei giovani motociclisti a corto di esperienza con le moto sportive?
La nuova Yamaha R7 si appresta a colmare un vuoto che l'uscita di produzione della mitica R6 si era venuto a creare nel listino Yamaha.
Vittima delle normative Euro 5 la R6 lascia il posto ad una moto che rappresenta il concetto di moto sportiva di media cilindrata in maniera diversa e più in linea con le esigenze del mercato attuale, .

Difficile pensare ad una nuova piattaforma 4 cilindri di 600 cc, poco giustificabile per costi e penetrazione sul mercato, meglio pensare a un prodotto che possa traghettare i giovani che dalle 125/300 desiderano salire di cilindrata, con una moto moderna e dalle buone prestazioni, e soprattutto dal prezzo competitivo.
Per fare tutto questo si è pensato a scomodare una sigla che per gli appassionati significa tanto, ma che per i più giovani è praticamente sconosciuta. R7 per chi non ha qualche capello bianco in testa, dice poco (sigh!), può fare male ma solo a chi ha passato gli anta da un pezzo, i giovani motociclcisti e motocicliste vedranno solo una lettera e un numero che identificano una sportiva, facile e aggressiva della R-Series.

 

Come è fatta

Esteticamente la R7 riprende linee e volumi delle sorelle maggiori e minori della Serie R, aggressiva e sportiva al tempo stesso, con un look
ben riconoscibile e personale in entrambe le colorazioni disponibili, Icon Blue e Yamaha Black
.
Se l'abito convince, anche la meccanica promette bene, anche perché il bicilindrico CP2 da 689 cc, è un propulsore che non ha mai deluso le aspettative, e che al di là dei numeri che esibisce sulla scheda tecnica, ha sempre regalato prestazioni esaltanti, almeno su strada. 73,4 cv (54 kW) a 8.750 giri e 67 Nm a 6.500 giri possono sembrare pochi a chi si aspettava una erede della R6, ma per chi si affaccia al mondo delle supersport possono bastare e avanzare, anche in virtù del fatto che devono portare a spasso 188 kg in ordine di marcia e quindi con il pieno di benzina (13 litri). 
Il CP2 ha ricevuto cure e attenzioni per adattarlo alle caratteristiche della R7, dal punto di vista della gestione elettronica dell'iniezione e la rapportatura del cambio, forse una seppur minima iniezione di cavalli avrebbe aiutato, anche solo a livello di immagine e marketing. Questo può essere dotato di Quick Shift unidirezionale (optional), mentre per la prima volta su questo propulsore è stata montata una frizione anti saltellamento A&S.
 

La ciclistica della R7 prevede un telaio a diamante in acciaio/piastre in alluminio, forcella Kyb da 41 mm completamente regolabile (precarico - estensione - compressione), con una escursione utile di 90 mm, mentre il mono, manca solo della compressione ed ha una corsa utile di 130 mm. Le modifiche rispetto alla sorella MT riguardano la rigidità nella zona del cannotto e delle piastre laterali in alluminio.
Il leveraggio del mono è differente e porta ad avere un avantreno più "carico", con una distribuzione dei pesi spostata verso l'anteriore (51/49).
Guardando le ruote della R7 si notano, oltre alle generose dimensioni dei pneumatici 120/70 e 180/55 (Bridgestone Battlax S22), montati su cerchi a dieci razze, la coppia di dischi da 298 mm frenati da pinze radiali a 4 pistoncini (pompa radiale Brembo con leva regolabile), e il singolo posteriore da 245 mm con pinza a due pistoncini.

Strumentazione

Design che ricorda quello della R1, ma display a LCD, completo nelle info visualizzate, due contachilometri parziali, consumo istantaneo e medio, rapporto inserito, livello carburante temperatura aria/liquido, oltre naturalmente al tachimetro e contagiri. Il comando per  scorrere le info è posto sul blocchetto sinistro.

Accessori

Gli accessori dedicati alla R7 si dividono in due categorie, la prima è dedicata a chi vuole renderla semplicemente più esclusiva, montando porta targa, frecce a Led, e componentistica varia ricavata dal pieno, e perchè no, un kit di borse morbide. La seconda è decisamente votata all'utilizzo racing e griffata GYTR (Racing Genuine Yamaha Technology Racing), e comprende carene complete da pista, scarico Akrapovic, sospensioni  Öhlins Racing, centralina ECU dedicata, e tanti altri componenti per rendere la R7 adatta all'utilizzo sportivo. Non per niente è previsto un campionato a lei dedicato la R7 Cup.

Come va

Basta davvero poco per capire la "natura" della R7, polsi ben caricati e pedane alte ti fanno subito intuire che lei è una sportiva senza tanti compromessi. Questo, se da una parte porta a qualche sacrificio, almeno su strada, dall'altra garantisce un feeling ottimale con l'avantreno e soprattutto un'immagine sportiva invidiabile. 
I dubbi che il motore potesse risultare poco in linea con il look da piccola superbike svaniscono abbastanza alla svelta, non fosse altro che, alla mancanza di un allungo accompagnato da un grido da pluricilindrico, si sostituisce una risposta sempre pronta ai bassi e medi regimi, che su strade tortuose, o anche nel misto veloce, permette di togliersi delle belle soddisfazioni, con una spinta che almeno su strade aperte al traffico, è più che sufficiente a viaggiare ... spediti.

 

La ciclistica sorprende per precisione e rapidità, la forcella si merita un bel voto, qualcosina più del mono che si comporta bene, ma sulle sconnessioni e gli avvallamenti fatica maggiormente, ma in entrambi i casi scordatevi qualsiasi parentela con la MT-07, decisamente più turistica e meno performante, anche se meno impegnativa nella guida
La mancanza di elettronica, leggi Riding Mode e controllo di trazione, in condizioni ottimali come quelle incontrate durante il test, non si sono sentite. Nel primo caso, la trattabilità del bicilindrico e la risposta del gas, li rendono praticamente inutili, mentre nel caso del controllo di trazione, considerando che è una moto dedicata a motociclisti giovani e spesso inesperti, la consideriamo una mancanza importante. Meno di 80 cv sembrano pochi per avere un'elettronica che li gestisca? Basta un poco di asfalto viscido e bagnato, delle semplici foglie o del brecciolino per affermare il contrario. 
Altri due appunti nascono spontanei, uno all'impianto frenante, o meglio alla risposta del doppio disco anteriore, che pecca per mordente e sensibilità. Premettiamo che le moto che non frenano sono altre, ma vista la connotazione sportiva della R7 ci saremmo aspettati delle performance migliori. Il secondo appunto è per la strumentazione, che non brilla per leggibilità, e nel caso ci si trovi a guidare sotto al solleone, risulta quasi illeggibile anche regolando al massimo la luminosità. 
 

 

Il matrimonio con le Bridgestone Battlax S22  è di quelli riusciti, la rapidità e l'appoggio dell'anteriore sono trasmessi senza filtri al pilota, mentre il posteriore dimostra di poter gestire potenze ben superiori
140 km di strade più o meno tortuose, dall'asfalto perfetto, mettono a dura prova soprattutto a causa della postura abbastanza rannicchiata delle gambe, che se risulta perfetta per la guida sportiva, alla lunga può affaticare. D'altronde è o no una moto per giovani!
Il discorso cambia quando varchiamo i cancelli dell'autodromo di Andalucia, in questo caso, la R7 può far valere maggiormente i propri pregi. Quello che si era percepito su strada, e cioè l'agilità e la precisione di guida, vengono esaltate nelle guida tra i cordoli, condizione in cui emerge anche una stabilità in appoggio, a prova di ... gomito. Certo le Bridgestone Battlax R11 ci hanno messo del loro, ma non fatichiamo a credere che anche con le S22 si sarebbero adattate senza problemi.

 

La posizione di guida è perfetta e spostarsi in sella nei cambi di direzione tutt'altro che un problema, si riesce a spingere bene sulle pedane e solo a fare i puntigliosi avremmo gradito i semi manubri leggermente più aperti (un vizio Yamaha volerli chiusi). La protezione dall'aria è ottima e anche accovacciarsi in carena non è da praticanti yoga, mentre la ciclistica dimostra di essere efficace pur nella sua semplicità. Il freno anteriore va "strizzato" per bene nelle staccate più tirate, e qui forse, un paio di pasticche più performanti, non starebbero male. 

Il Quick Shifter, anche se unidirezionale supporta bene la guida tra i cordoli, mentre è difficile sentire lavorare la frizione antisaltellamento, anche nelle frenate più concitate.

Spremere tutti i cavalli del bicilindrico viene facile e la cosa può essere esaltante per un pilota alle prime armi, mentre concentrarsi su traiettorie e velocità di percorrenza è più semplice senza essere vittime di potenze troppo elevate o affaticamento fisico. Insomma la R7 insegna a chi è pronto ad apprendere, ma diverte anche chi ha già imparato molto.
 

Pro e contro

Pro

  • Design | Guida

Contro

  • Leggibilità Strumentazione con luce intensa | Freno anteriore con poco mordente

Maggiori info

Moto: Yamaha YZF R7

Meteo: Sole 32°

Luogo: Almeria - Autodromo di Andalucia (Spagna)

Terreno: Strada - Pista

Yamaha YZF R7 (2021 - 24)
Yamaha

Yamaha
Via Tinelli 67/69
20050 Gerno di Lesmo (MI) - Italia
848 580 569
https://www.yamaha-motor.eu/it/it/

  • Prezzo 9.799 €
  • Cilindrata 689 cc
  • Potenza 73 cv
  • Peso 188 kg
  • Sella 835 mm
  • Serbatoio 13 lt
Yamaha

Yamaha
Via Tinelli 67/69
20050 Gerno di Lesmo (MI) - Italia
848 580 569
https://www.yamaha-motor.eu/it/it/

Scheda tecnica Yamaha YZF R7 (2021 - 24)

Cilindrata
689 cc
Cilindri
2 in linea
Categoria
Sportive
Potenza
73 cv 54 kw 8.750 rpm
Peso
188 kg
Sella
835 mm
Pneumatico anteriore
120/70ZR17M/C (58 W) Tubeless
Pneumatico posteriore
180/55ZR17M/C (73 W) Tubeless
Inizio produzione
2020
tutti i dati

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