Davide Brivio analizza per Moto.it il GP di Assen

Davide Brivio analizza per Moto.it il GP di Assen
Giovanni Zamagni
"La moto era poco conosciuta dai tecnici e anche da Valentino, tanto che a inizio gara ha dovuto aspettare qualche giro per capire quanto potesse forzare" | G. Zamagni, Assen
29 giugno 2011

Punti chiave


“Una grande prestazione di Ben Spies, addirittura inattaccabile: sinceramente non me la aspettavo. Forse un po’ è stato un po’ aiutato dall’uscita di scena di Lorenzo, però ha guidato molto bene, respingendo tutti gli attacchi di Stoner: un successo ampiamente meritato. Sono stato sorpreso dal fatto che le Honda non siano riuscite a impensierire la Yamaha: negli ultimi GP eravamo abituati a un dominio della RCV, anche se alla fine Stoner è stato molto intelligente ad accontentarsi del secondo posto, visto che sta lottando per il campionato”.


Qui la Yamaha era molto più competitiva rispetto alle precedenti gare.
“Forse è una questione anche di mentalità dei piloti: Spies è partito subito convinto di poter fare bene, mentre Lorenzo era un po’ in difficoltà durante le prove, ma in gara ha trovato fiducia, facendo dei buoni tempi sul giro: la Yamaha aveva un buon potenziale ad Assen.


Quarto posto per Rossi e la Ducati: soddisfacente la posizione, ma il distacco è molto grande.
“E’ stato il primo svezzamento della nuova moto. Per come è andato il fine settimana, con condizioni meteorologiche difficili, si può dire che in gara Valentino abbia fatto i primi veri giri con la GP11.1, il primo vero collaudo. Sotto questo aspetto, il GP è stato positivo, perché adesso si può lavorare sulla base di queste informazioni e quindi impostare quello per il futuro. Sicuramente il “gap” è stato importante, con più di un secondo al giro dai primi: questa è la base di partenza, bisogna cercare di ridurre sempre di più questa differenza. La moto era poco conosciuta dai tecnici e anche da Valentino, tanto che a inizio gara ha dovuto aspettare qualche giro per capire quanto potesse forzare: per tutto questo, dico che è stato un buon battesimo”.


Perché Simoncelli non riesce a concretizzare in gara la superiorità evidenziata in prova e non riesce ad arrivare al traguardo?
“Un pilota acquista sicurezza con i risultati e a inizio carriera cadono di più e fanno errori. Lui è all’inizio dell’esperienza in MotoGP: dopo il debutto del 2010, adesso è veloce e ha da un lato il desiderio di ottenere dei risultati, il primo podio, la prima vittoria. Non ha però ancora quella sicurezza che ti viene dai risultati: anche Lorenzo nel 2008 faceva molti errori, era caduto tante volte sia in prova sia in gara. Poi, quando sono arrivati i primi risultati ha acquistato sicurezza. Simoncelli si deve sbloccare: il potenziale ha dimostrato di averlo, adesso deve stare un po’ più attento al primo giro. Se deve passare qualcuno deve pensare che lo può anche fare 2-3 curve dopo…”.